Pubblicato il 13/04/2019 12:55:09
Non abbiamo scelto ciò che siamo o ciò che avremmo potuto essere di una lingua imperfetta un mancato destino.
Noi siamo restii alla felicità, perché amiamo nelle assenze dentro l'anima, il suo disvelamento, in quel suo esserci altro, un oltre, agonia d'un verso che nella parola trova ausilio e voce, forma dello struggimento che ci prende e rinvia sempre di un attimo in più la metamorfosi del segno in chiaro canto d'un'estasi raggiunta.
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