I tuoi piedi di velluto nell’ombra,
le tua mani nella luce
guidano il volo d’aquila reale,
volteggia in un cielo d’innocenza-
tra la rugiada dei fili d’erba
le mie labbra conobbero il fuoco.
Porgendoti la mano incrociai i tuoi occhi nocciola
che mi stanno scalfendo l’anima nei sogni
in un palpitare d’immagini colorate.
Non importa per te che hai occhi non nati:
quando aprirò il libro d’acciaio del secolo d’oro
isserò bandiera di te, stella prigioniera.
Dal blu della volta celeste
m’avvicino ai raggi frumento della tua chioma,
terra di grano nata dal sole-
si prepara il confine di notti scarlatte
nella mia anima rosso ciliegio
e accende pietre e ciottoli levigati.
Perché cresce l’onda del mio cuore
facendosi pane
e che la bocca lo divori-
il mio sangue è vino che suggi.
Il fuoco è l’amore rupestre che c’infiamma.
Io e te siamo un albero stellato di luna.
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