Lo so che mi vedi e folle mi studi
zitto. Ma è che faccio finta di nulla:
con quell'occhio vitreo mi vai ben oltre
il muro bianco. Del soffitto dico io
lo sbrego, luminoso, tra sagome
falsanti agonia del giorno. Tu dimmi:
Ti vedi? Standotene con socchiusa
mente in quella cannuccia che ti stilla
trasparente goccia in vena... mi senti?
Puoi sentirmi? Oppure sei troppo intento
a raccogliere forze per uscirtene
dalla testa? E chissà cosa ci vedrai
mai, fuor di quella tua testa che premi
febbrile contro la sponda del letto
... a pensarci bene: ne ero sicuro
che ci saresti stato: era da tanto
che non ti ci vedevo. Ho immaginato
così, che ti ci saresti impegnato
allo spasimo, per esserci ancora
lì, con lei e nonostante lei, più che mai
sfuggente, figlia velata di nero
per startene sul ballatoio seduto
fumando e berciando di contro il mondo:
dirimpettaio irrispettoso ringhiante
rissoso meglio che te. Come un tempo
quando più che scarnificato d'ironia
provetto nei tempi ed algido nei temi
nuotavi nel cortile tra una birra e l'altra.
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