MISCELLANEA
Lampi d’estate e antiche ballate,
Ore distratte in tiepide case,
Come oscure pratiche inevase
Ferite aperte ma dimenticate
E poi le facce, ovunque, affastellate
Come parole e tu sei la frase.
Questo è un editto, un decreto, un ukase
E mai possibile non lo capiate:
Siate chi siete, siate, siate, siate!
Ché non c’è altrove, non c’è un domani,
Né un perché, un chi, un altrimenti
Non è un bel gioco per farci contenti
Solo una cosa stretta fra le mani
Una fra tante, subito passate.
QuinNov15
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