Pubblicato il 10/09/2019 23:57:20
Quando un’ombra -come di nuvole in corsa sui palazzi e le strade o sul mare arricciato dal libeccio- attraversa i tuoi occhi, addolora gli angoli delle labbra è proprio allora che fra le viscere e il costato serpeggia , fiamma sottile, l’amara soavità del mio essere madre. Distante da tutto, dal mondo ti custodirei (sogno impossibile perverso, anche) fra le pieghe infinite del tempo.
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