Pubblicato il 09/10/2019 22:54:24
Vivo nel Nulla di me stesso Nullificando la mia presunzione, E rimpiangendo la coerenza arrogante: Ora passata tra cori di calda debolezza. Tra tutto ciò sono un inganno, E mi inganno tra parole non comprese. Sofisti, che non hanno studiato, Parlano usandomi quale tramite; E non è la Risurrezione a promettermi Lo spasimo, ma la rabbia E l'indifferenza al peccato. Eppure ingurgito latte e miele Pur di non soffrire l'astinenza Dall'amore: che scoppia In un'autocombustione, In focolai gastrici e gambe Spezzate per l'avvenire eucaristico. M'ammalo nella mia stagione preferita, Parlando il linguaggio degli alberi, E vivendo perduto tra le rocce. Incontro per sempre l'attimo: Fermo, però, in un secondo d'inerzia... Così, dissolvendomi, predico la tradizione Praticando l'estinzione volontaria.
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