Prendimi forte, tra le braccia, e tira la catena,
maschera oscena, grido d'arena,
sulle nottate vorticose d'anima in cancrena,
sulle giornate stese steso ad asciugare all'ombra dei rancori,
sulle tue scommesse messe in mano a scaltri allibratori.
Prendimi forte, tra le braccia, e tira la catena,
scianca altalena, sciocca falena,
sui miei alibi avvinazzati senza sconto di pena,
sull'innocenza violata d'ogni vittoria di Pirro,
sulla mia mente straziata, tenuta insieme dal fildiferro.
Prendimi forte, stringimi, spiazzami
tra le tue braccia e i tuoi seni,
tira la catena,
dopo esserti abbuffata, bulimica abulica,
di fiotti d'avena
poetica, o, in vena, a volte, d'essere Dracula,
maldestro verbo transitivo, senza copula.
[Lame da rasoi, 2008]
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