Pubblicato il 04/02/2020 16:37:21
Giungi da quel luogo, fluido e indefinito dove io, femmina, relego talvolta gli uomini per tedio, noncuranza, esperienza o saggezza; da quella terra di nessuno che ti marchia negli occhi una seducente non appartenenza a nulla.
Nelle tue contraddizioni sguazzo, sfoltisco appena l'erba alta del percorso, vi aggiungo le mie rigogliose antinomie; mi soffia sul viso un'inquietudine creativa, l'energia che si espande oltre i miei limiti.
In prossimità dei nostri confini diventiamo sempre più differenti:
io ho gerani e petunie alle finestre, qualche guizzo di materna comprensione, una contenuta fittizia emotività da filosofa, laghi calmi e sorrisi tra le ciglia;
tu hai le imposte semichiuse, forse il sole abbagliante dei cicli di Monet pagliai gialli e vivide cattedrali, dinamismo da demone ogni volta che parli
molto da dichiarare e una voglia matta di contrabbando...
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