Prestami gli occhi
che i miei guardano il suolo
arido freddo grossolano
e la sottile crepa e l’abisso
(immaginato) oltre la falla.
Scendono nel cuore della terra
dove tanti han trovato già la pace.
Prestami gli occhi
che i miei sono muti e se puntano
al cielo pensano agli aquiloni perduti
ai palloncini sgonfi caduti da una nube
alle ali di cera ai voli dirottati.
Prestami gli occhi
sto per salire, ora che la strada è vuota,
fin sulla vetta, sul ramo,
nella zittita chioma,
per quella porzione di stelle
che appartiene solo alla mia notte.
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