"Silenzio", Odilon Redon, 1900
Conoscono, i mobili, l'inganno -
sanno di voi
quello che fu sorgente in gola
poi scende lentamente verso il petto.
Quale palmo gentile, quale mano
adesso vi sostiene?
Da dove rapsodia di luce opaca
riflette in marmo ovale
quelle mani?
Era per sempre, forse,
quell'ammiccare lieto,
quell'indolente, chiaro pomeriggio.
E la pineta traluceva il mare.
Oscurità del mogano
su ombre tintinnanti di bicchieri -
veglia su sillabe assopite.
E tu, volti la testa,
il sorriso inghiottito nella sera.
Sapere solo vero
quello che scomparendo resta,
quello che ancora chiami
con voce muta come di preghiera.
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