Pubblicato il 10/04/2020 09:20:35
Anche questa scarnificazione della parola si è ammutolita di fronte alla violenza del silenzio di Dio. Oscuro il tempo ha squarciato di sé il ventre osceno abisso privo di riscatto. Il buio il vuoto, il nulla, un infinito orizzonte senza più immagini: né cielo né acque nuove. Dispersa la luce, cantico della Notte senza amanti. Nessuna terra all'esilio. Si muore tra il lamento delle pietre, lo sgomento dei vinti. I piedi trafitti da un cammino storto, ramo sterile, l'abominio il frutto meno amaro, lacera l'anima ha reso gli occhi a Dio. Un processo irreversibile di degradazione prepara la carne alla corruzione della terra, privo di suono il nome tace il respiro. Solo labbra ardenti possono baciare quel costato, priva di sandali una bocca s'accosti alle ferite, solo lo scandalo di labbra dischiuse può svelare l'ora segreta della sorgente. Tutto è compiuto al mostrarsi delle spalle di Dio.
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