Quando il mattino è un trillo
e il sole un gioco tra le nubi
e il caldo infante di pochi giorni
già si distrae in innumerevoli capricci
ed io tenendoti per mano,
vorrei dirti le parole che
da me non odi quando a sera
spesso anche l’aria è veleno,
con la sua quiete impudente
come fosse ignara della nostra pena
mentre il sonno gareggia con l’attesa
e la notte reca altri timori,
quando il mattino è vero,
la tristezza scava segni sul viso.
La lentezza mi assale in quel vago
peregrinare per solitari sentieri
ed il pensiero solo t’accoglie
come fosse un nido tiepido e gaio.
Ed il pensiero mi redime dal peso
di parole ingiuste inadatte insensate,
quelle che ascolti in silenzio
quando la notte
ci cade addosso... esausta.
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