Pubblicato il 24/11/2020 08:20:24
Credevamo fosse il vento che si lamenta tra gli alberi, nel cavo del corpo. Eppure sapevamo del dolore degli anni come una spina arrugginita nella carne, della troppa assenza d’acqua: ogni volto ha la sua ruga, una smorfia, un vento che segna. Ma torneranno gli uccelli di passo a dirci di un bene dimenticato. La bellezza talvolta è un controluce. Se già la notte stringe patti di speranza con il giorno, forse guariremo. Mentre scompare l’ultima stella c’è un assoluto che ne raccoglie i resti.
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