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Ventisette Gennaio

di Gil
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Pubblicato il 26/01/2021 11:51:43


Strano a dirsi
di questo nostro essere carne nella Storia
e con l’assenza di padri o madri alle spalle
che non siano gli stessi nostri volti di fango.

C’è uno specchio della crudeltà
costruito con lembi di carni strappate e frammenti di ossa
con crani intrisi di urla, di grida e di sangue
con un tempo di istanti eternamente uguali tra loro
uno spazio destinato all’oblio della matrice umana
con occhi e sguardi d’innocenti e di alcuni mutati in violenza
d’animale braccato da fame, freddo e terrore.

Non vi è perdono né un altrove
dove espungere la carne dall’anima
perché la foresta riarsa dal fuoco
non rinasce o mai rinasce com’era.

Ma nell’orrore dello scempio
non vi è più la gola degli innocenti
a mostrare l’abisso: in quell’abisso
vi rimanda lo specchio
ciò che avete permesso a voi stessi di diventare:
artigli di un mostro senza testa
vilipendio della vostra stessa umanità

Che mai sposi maldestra una lucida follia
lo sterco della Storia, perché non figli al tempo
la cieca colpa della vostra disumanità.


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