Gli spigoli dell’acqua,
acqua come le palpebre dei tuoi occhi,
entrano come lame nella tua anima
quando il mio cuore
innalza statue infrangibili
verso la tua cordigliera di luce.
E’ un tonfo d’acqua salina
a scandire la voce di viola
che a lungo t’ha attesa
come una corona zuccherata-
ora il mio è sangue che vive
dei tuoi baci.
Voglio vivere, amor mio,
solo parlando coi tuoi capelli,
sulle tue gambe d’uva
gettando le lacrime nel passato
con sillabe dorate non infrante,
orologi che scandiscono le ore notturne.
Appisolarmi sui tuoi seni
destato da un bacio-
prelude a madide lenzuola
in cui siamo giunti come astri,
in un armonico saliscendi
sino all’aurora con l’eco d’un canto.
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