Pubblicato il 29/03/2022 18:18:26
La notte è quell'ora che non passa se l'attesa è veglia che sconquassa; qual grazia mi potrà mai sovvenire se il tuo corpo è felice di dormire?
Così insazio e triste il sonno tento ma del desiderio arde in me la lava; mi giro, mi rigiro e mi tormento la carne è inquieta, l'hai resa schiava.
Nel buio indovino le tue calde forme: i fianchi, il ventre, il seno prepotente, il morbido sentiero in mezzo ai glutei, i sensi barbari - selvagge torme - affilano affilati i loro aculei.
Ti farai fiamma prima che rischiari l'alba rivampando la mia brace ardente o lascerai che la mia anima nuda e scalza si spenga con un gemito indecente?
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