Pubblicato il 13/08/2023 18:11:03
La mia mano non tocca la campana e tra noi, madre, manca la parola: ora è scabro tutto ciò che resta.
E nell'agosto delle solitudini tacciono le perdute voci i muri dagli intonaci di pianto e silenzio.
C'è in te lo smarrimento dei nomi, madre, la radice di una domanda che non chiede più appelli al domani.
E quando la sera incarna le sue ombre già m'inquieta la tua età, sul confine dove si dispera un tempo redento.
Se potessi restituirti a un altro destino, se potessi riscrivere la tua vita, giocherei la mia assenza
e non patiremmo l'incompiutezza senza un dio a interpretarci la vita già sfatta da quel nulla che l'attende.
Così veglio sulle nostre distanze temendo lo spauracchio delle notti, tremando sulle tue solitudini.
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