Pubblicato il 06/10/2024 20:35:01
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Ricordo ancora cosa si provava quando la porta dello sgabuzzino si chiudeva e nella stanza buia non c'era il caldo asciutto di una mano amica e dove non giungeva il profumo del pane appena sfornato. Della penitenza sentivamo il sapore dell’infanzia, e guardavamo dalla grata, come ladri, il vuoto dei desideri. Ed ogni cosa nuova, anche se vecchia, meraviglia era per noi. Era il sogno e lo stupore l'aprirsi di quel cancello sempre chiuso.
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