Ora in limine dell'aria
si apre il senso del culmine
e si dilegua la traccia delle cose
in cerca del segno, l'avventura
che domina i chiarori dei tuoi doni:
la candida conchiglia dalla voce
che anni dura distante una natura
da un'altra che in forma di cielo
ci guarda, lastra d'azzurro metallo.
E il pensiero l'ha arata
in ogni direzione in quel pervadere
i maturi frutti, lavando la polvere
la gioia del vento nel verde dei giardini
di fontane guarite e giochi d'acqua
in un portico rinascimentale:
così Firenze e le femminili ali
che trasportavano i fili di tragitti medievali,
nacosto il volto a scabrose vicende
per vergogna dei morti.
Si aprivano le porte della sera
e si levavano senza peso i colombi
e nella chiesa entravo per essere
con quella materia di dipinti e altari
una cosa sola.
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