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The Painted Veil di Somerset Maugham

Argomento: Letteratura

di Cosimo Abatematteo
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Pubblicato il 15/05/2010 17:40:05

NOTE SU: The Painted Veil di Somerset Maugham

I. Breve Profilo della vita.
II. The Painted Veil –a) Breve profilo del romanzo; b) Osservazioni sul libro; c) Lo scetticismo di Maugham.


I. Breve profilo della vita.
Somerset Maugham visse per quasi 92 anni e scrisse 78 libri. Una vita personale e professionale intensa e varia. La sua vita trascorre dall’età tardo Vittoriana per spingersi fin nel cuore del ‘900. Ha scritto non solo romanzi e racconti, ha scritto opere teatrali e sceneggiature, libri di viaggio e saggi di critica letteraria. È stato un medico, un agente segreto, un consulente governativo, un raffinato collezionista di opere d’arte e un generoso filantropo sebbene fosse molto attento al modo in cui spendeva la sua ricchezza.
Maugham è un artista costantemente preoccupato che l’opera che va costruendo non sia colta nel suo ampio significato. Era ossessionato dalla sua reputazione letteraria e fino alla fine non riuscì a capire l’entusiasmo della critica inglese per Katherine Mansfield. Dal punto di vista narratologico i due artisti erano alquanto differenti. Ma di là di Free indirect speech o di omniscent narrator, il fatto più semplice ed evidente è questo: William Somerset Maugham è stato un magnifico racconta - storie con uno straordinario talento a far soldi con il suo lavoro. Dettaglio non trascurabile.
Probabilmente il suo capolavoro è Of Human Bondage anche se, a dire il vero, il libro che gli fece guadagnare milioni di dollari fu The Razor’s Edge. Per quanto la storia presenti vari aspetti inverosimili pregevole è Up at The Villa.
Maugham è stato un uomo di mondo e un cosmopolita; la sua personalità non era di quelle che mettono a proprio agio l’interlocutore. In Maugham, nei suoi scritti, si nota sempre un cinismo e una sobrietà che non escludono una comprensione dei difetti umani. Sapeva dell’imperfezione degli uomini (lui stesso era molto imperfetto, e non solo fisicamente) e forse per ciò teneva in forte antipatia Henry James che giudicava pressappoco una caricatura dal punto di vista umano.

William Somerset Maugham nacque nell’ambasciata inglese a Parigi (per evitagli la coscrizione militare nell’esercito francese), il 25 Gennaio del 1874. In quell’anno gli Impressionisti francesi organizzavano la loro prima mostra, il Requiem di Verdi va in scena, Flaubert pubblica La tentazione di Sant’ Antonio e Thomas Hardy pubblica Far from the Madding Crowd. In questo anno nascono altri importanti scrittori: G.K. Chesterton and Robert Frost. Stilisticamente Maugham verrà influenzato dal tono satirico di Flaubert e scriverà un romanzo su Hardy.
Non gli piaceva il nome William e per tutta la vita incoraggerà gli amici a chiamarlo Willie.
Il fatto triste che sia rimasto orfano ad una giovane età segnerà il suo sviluppo psicologico profondamente. Willie è basso e soffrirà di questo per tutta la vita (alcuni suoi biografi malignamente dicono che M. tentava infatti di circondarsi di amici bassi quanto lui). Maugham, uno dei più grandi narratori del ‘900 Inglese balbetta. Willie si lamenterà anche del suo aspetto fisico ma ingiustamente. Un suo amico dirà dell’aspetto fisico dello scrittore: an unobtrusive, rather wary, unusually good-looking man. Un ritratto di M. che trovo perfettamente rispondente all’anima di questo grande artista lo ha fatto Graham Sutherland (Portrait of Maugham, 1949).
Ovviamente la sua omosessualità guiderà tutta una serie di scelte importanti. Per celare l’omosessualità Maugham si sposa e ha una figlia; la sua vita sentimentale non è tranquilla. Né il suo matrimonio lo è. Fare la storia delle sue amicizie maschili è molto interessante ma porterebbe i limiti delle presente note troppo lontano.
Maugham come W. H. Auden pensava che la scrittura è un lavoro serio, e che scrivere richieda reclusione e non certo l’aria aperta; fedele a ciò, M. si sedeva per scrivere di fronte ad un muro bianco. M. non capiva quegli scrittori i quali dichiaravano di scrivere sotto ispirazione quando erano di fronte ad una vista incantevole. Sobrietà e semplicità forse sono anche questo. M scriveva (questi erano i suoi standard lavorativi) tra le mille e le millecinquecento parole al giorno e scriveva ogni mattina per circa tre quattro ore quando era a casa.
Con questi ritmi per circa sessant’anni ha prodotto molto ottimo lavoro. Scriveva a mano su dei quaderni e lo faceva sul lato destro. Le correzioni le faceva con una penna ad inchiostro rosso e le revisioni erano fatte sul lato sinistro.
Per scrivere con tale sicurezza è necessario essere convinti di essere uno scrittore nato e M. era convinto di questo. Per lui scrivere era naturale: I sit down with a fountain pen and unlined paper and the story pours out. Scrisse: when you are writing, when you are creating a character, it’s with you constantly, you are preoccupied with it, it’s alive. Da questa totale immersione nella letteratura nascono ritratti vividi dalla sua penna. M. non soffrì mai del “blocco dello scrittore”. La sua scrittura è fatta delle cose e delle persone che osservava. M. non era interessato all’Esistenzialismo né alle analisi freudiane; M. detestava la complessità fine a se stessa. M. era interessato alle persone e alle cose che dicevano, ne osservava il comportamento e i desideri.

Non ha goduto di una fama critica pari a quella popolare. “Those searching eyes could see all the concrete things, but not the deeper emotions; he could describe man’s human bondage, but not the bondage of hidden psyche. For a long time this made him a dull subject for literary criticism – there seemed little to say about him except that he was competent, professional and really slick” (Leon Edel).
Un altro eminente studioso Lionel Trilling ha scritto di M.: he does not undertake to engage our deepest feelings or to communicate anything new about the nature of human existence…Maugham does not sound our depths or invite us to sound his, and quite possibly he has no depths to be sounded”. Questa critica è davvero crudele.
Ma in generale le critiche negative su di lui si sono incentrate sul sottolineare quello che lui non è né sarebbe mai potuto essere. M. non è Henry James. M. resta un puro e per certi versi unico talento narrativo.













II. THE PAINTED VEIL

a. Breve profilo del romanzo.
Kitty Fane è una donna molto bella ma superficiale. Corteggiata da un batteriologo alquanto serio e posato lo sposa. Il marito Walter Fane lavora a Hong Kong e la coppia si trasferisce in oriente. Kitty è annoiata in generale e il marito così diverso da lei l’annoia ancora più profondamente. Date le condizioni è quasi naturale verrebbe da dire che la donna cerchi un altro uomo. Questo è Charles Townsend, uomo di potere. Charles è affascinante e la sua personalità estroversa ovviamente attrae l’altrettanto esuberante Kitty. La relazione adulterina (anche Charlie è sposato) viene scoperta da Walter –questo è l’inizio del romanzo- il quale escogita una vendetta terribile: Kitty deve seguirlo in un remotissimo luogo della Cina per curare il colera e l’uomo spera che la moglie ne venga infetta. Ma la storia prenderà una piega differente.


b. Osservazioni sul libro.
I romanzi e i racconti di Maugham nascono dalle persone che lui osservava. Il personaggio del dottor Walter Fane nel suo romanzo “cinese” The Painted Veil (1925) si basa sul fratello di Willie: Frederic. Frederic Maugham diverrà Lord Chancellor. Maugham descrive così Walter Fane: a restraint, cold and self-possessed man…He thought himself so much better than anyone else, it was laughable; he had no sense of humor; his wife hated his supercilious air, his coldness, and his self-control. I rapporti che Somerset Maugham ebbe con questo fratello alto, freddo, distaccato, controllato non furono facili. I fratelli si ammiravano da lontano per i successi che raccoglievano nelle rispettive carriere professionali.
Maugham deve aver consultato il fratello, illustre giurista, per problemi legali allorquando gli venne intentata una causa da un certo mr. Lane che era vissuto nella stessa parte di Hong Kong nella quale si svolge parte del romanzo. Infatti il nome dell’eroe era Lane. A seguito del processo Maugham fu costretto a cambiare il nome del suo eroe da Lane a Fane e il setting del romanzo divenne la colonia di Tching-Yen (nelle edizioni successive venne comunque riportata la versione originale del romanzo che prevede Hong Kong).
Nella sua prefazione al romanzo Maugham scrisse che l’idea del libro gli era venuta leggendo il Purgatorio di Dante mentre soggiornava a Firenze nel 1894. In particolare il brano al quale lui si riferisce è il seguente:
Quando tu sarai tornato al mondo,
E riposato della lunga via,
Seguito il terzo spirito al secondo,
Ricordati di me che son la Pia:
Siena mi fè; disfecemi maremma:
Salsi colui, che inanellata pria
Disposando m’avea con la sua gemma.
Venne spiegato al giovane Maugham che Pia era una nobile donna di Siena la quale era sospettata dal geloso marito di adulterio. Temendo la vendetta della sua famiglia nel caso egli l’avesse ammazzata portò la moglie nel suo castello in Maremma allora una zona malarica dove egli sperava che l’aria insalubre del posto uccidesse la consorte. Il suo piano fallì e la fece uccidere precipitandola da un’alta finestra. In verità Dante non parla di castello maremmano. Ad ogni buon conto, nel romanzo The Painted Veil, il dr. Fane costringe la moglie adultera Kitty, a rischiare la vita per accompagnarlo in una zona infettata dal colera.
The Painted Veil è probabilmente uno dei migliori romanzi di Maugham. L’apertura è brillante e coinvolgente. Gli amanti adulteri, Charlie e Kitty, sono interrotti mentre fanno all’amore, dal marito di lei. Walter Fane tenta di aprire la porta ma solo per rendere evidente la sua presenza infatti non entra nella stanza. Dopo tale scoperta, Charlie tenta di convincere Kitty che è meglio interrompere la relazione ma ormai la crisi che porterà Kitty nel cuore del colera è stata innescata. Walter Fane, medico che studia le malattie infettive, si prende non poche rivincite sulla moglie. I knew you were silly and frivoulus and empy-headed, dirà Walter alla moglie, I knew your aims and ideals were vulgar and commonplace…i knew that you were second rate…I knew how frightened you were of intelligence”.
Kitty crede che Charlie non l’abbandonerà e che lascerà la moglie chiedendo il divorzio per poterla sposare, ma Walter che sa più della moglie in merito all’egoismo dell’amante, è certo che Charlie voglia evitare uno scandalo. Ed infatti questo è quanto Charlie farà. Walter e Kitty partono per la zona malarica.
Nel Mei-tan-fu Kitty fa amicizia con Waddington, un ufficiale doganale che è rimasto nella zona per aiutare gli infettati. Maugham descrive il colera in termini allegorici: the great city lay in terror; and death, sudden and ruthless, hurried through its tortuous streets.
Quando la coppia si sistema nel bungalow Kitty all’inizio rifiuta di aiutare il marito, mentre Waddington guadagna la fiducia e la stima di entrambi. In particolare Waddington insegna a Kitty ad amare la cultura cinese ed è allora che Kitty vedrà la realtà di dolore e sofferenza intorno a lei con nuovi occhi e solleverà the painted veil which those who live call Life, che è un sonetto di Shelley che fornisce il titolo al romanzo.
Kitty aiuterà delle suore a prendersi cura degli orfani. Waddington fornirà anche parole che illuminano il significato del Tao, la concezione orientale della rinunzia al desiderio. Some of us look for the Way in opium and some in God, some of us in whisky and some in love.
Walter non pensa più a uccidere Kitty la quale invece di essere uccisa dal colera è come se venisse curata dal suo amore per Charlie. Kitty è incinta. Confessa a Walter di non essere certa di chi sia la paternità. Walter morirà colpito dal colera.

c. Lo Scetticismo di Maugham
Maugham non aveva molta fiducia nell’Amore. Nel romanzo, specie durante i soggiorni in Hong Kong e nel Mei-tan-fu, si pone con evidenza il processo di dissoluzione di una passione –quella di Walter per Kitty- per certi versi umiliante, che si trasforma in odio. Lo stesso processo che attraversa il rapporto tra Kitty e Charles. Quando Kitty torna ad Hong Kong dirà al suo vecchio amante che lo odia. Salvo poi andarci a letto di nuovo e odiarsi per averlo fatto.
Con Kitty M. ha voluto esprimere tutto il suo titanico scetticismo per il matrimonio che lui vedeva sotto questi termini: a man may want to sleep with a woman so much that he’s willing to provide her with board and login for the rest of her life.
M. mi piace per la sua asciuttezza, la sua cattiveria. Qui però il finale del libro è troppo buono. Sentimentale addirittura. Rapidamente volgiamo il capo a tale errore emotivo.
Le ultime righe concludono così: perhaps her faults and follies, the unhappiness she had suffered, were not entirely vain if she could follow the path that now she dimly discerned before her, not the path that kind funny old Waddington had spoken of that led nowhither, but the path those dear nuns at the convent followed so humbly, the path that led to peace.
Questo finale edificante, o comunque ottimista è in contraddizione con il più volte segnalato scetticismo di M sulle possibilità dell’amore umano ma piacque (e credo piace ancora adesso) ai lettori.

Bibliografia essenziale:
The Painted Veil, London, Vintage, 2001; Connon Bryan, Somerset and the Maugham Dynasty, London, Sinclair-Stevenson, 1997; Graham Green Some Notes on Somerset Maugham, in Collected Essays, New York, Viking, 1979, pagg. 197-205; John Whitehead, Maugham: A Reappraisal, London, Vision, 1987; Jeffrey Meyers, Somerset Maugham, A Life, New York, Alfred Knopf, 2004; Christopher Isherwood, Diaries: Volume One, 1939-1960, New York, Harper Collins, 1997;
Cosimo Abatematteo

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