Pubblicato il 20/03/2011 08:18:55
I giorni del vento
s’accendono di volti sconosciuti le notti lontane opache reminiscenze d’ombre la dove tinnano i ricordi passano il vecchio scalcinato borgo le voci sommesse della gente di un venditore ambulante l’impagliatore di sedie la processione santa suona la banda sventolano gli stendardi alle finestre aperte gli arazzi più belli musica del tempo il coro degli angeli intorno al Santo le grida levate all’albero della cuccagna le pentolacce il gioco delle bocce
Mario Ugo Alberto Claudio Domenico volti amici alle finestre della vecchia scuola campi assolati strade ove trascorsero i giorni del vento ricordo di corse sui prati le fratte di more un po’ rosse un po’ nere a colorar le labbra accese le mani dei bimbi e il nostro richiamo eccomi a raccontare storie che in parte avevo già dimenticato quasi racconti del tempo in cui la mano fuga un’ultima illusione o forse una speranza cerco fiori che non appassiranno farfalle amiche per la festa della pace non ho trovato primule solo un ultimo cavolfiore e un messaggio da lasciare alla muta gente: reinventare bisogna un paese innocente.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980 -2000) - raccolta inedita
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