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L’Angelo della Misericordia

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 29/04/2011 18:26:17

Angel of Mercy (a mio padre).

Del chiuso libro della vita
dove la mano ha scritto parole incomprese
sciolte le legature
l’Angelo della Misericordia
lascia scorrere lentamente sotto gli occhi
brevi frasi tremule
come l’imperturbabile candela che si discioglie
e che in fumo presto dilegua.
Dacché se n’è volato via
in un cielo di rosso tramonto inondato
che più nessuno restava a tenergli compagnia
talvolta nella lunga solitudine della sera
poggiato sopra lo scrittoio pensieroso
l’udivo ancora diffondere nell’aere la poesia
in un crescendo di mestizia
fino a che la luce nel buio scompariva.
Chi fu?
si domanderà il passante
fra tante tombe, fra tanta gente
si finisce per non riconoscersi più
forse un artista, un grande, uno spirito vago
che pure ha abitato gli spazi infiniti mentre
con gli occhi aperti in un letto di tenebra
cercava la luce in un mondo accecato.
Con la notte si sa muoiono le ombre
compenetrate nell’oscurità infinita
a nascondere al buio ogni cosa
ogni barlume di speranza
come maschera sul volto che la danza
della fiamma più non rischiara
che vale rincorrerla (?)
tanto non si fermerà, ormai è andata via.
Sì, Egli fu un uomo
parola nel silenzio del creato
poesia scritta su carta pergamena
che presto ingiallirà
ma non è del canto che qui si vuol celebrare
quanto dell’avvertimento che ha lasciato:
Che non c’è giustizia alcuna dove la voce tace,
dove la libertà è solo apostasia”.
Che ne è di lui?
una lapide sotto un pino contorto che si piega
una consunta iscrizione sulla nuda pietra
che l’Angelo della Misericordia senza dire
del chiuso libro della vita sciolte le legature
legge parole antiche
premonitrici d’un qualcosa che forse non sarà
pensieri da inorridire.
. . .
Mentre tra i rami del pino s’ode
il chiù forte d’un pettirosso che chiede
all’Angelo misericordioso
di trattenere la cosmica sonorità delle sfere
affinché la musica ritrovi il canto accorato
che intona la ritrovata gente
che di nuova speme infine …
… risuoni l’arpa della futura pace.

da “Carte sparse e dimenticate” - (1956 - 1976) - raccolta inedita


Angel of Mercy (to my father).

Of the closed book of the life
where the hand wrote misunderstood words
loosened the bindings
the Angel of Mercy
it allows to slowly flow under the eyes
short trembling words
as the imperturbable candle that dissolves it
and what in smoke soon it disperses.
Since flies away
in a sky of red flooded sunset
what more nobody stayed to hold him company
sometimes in the long loneliness of the evening
leaned above the thoughtful writing desk
I still heard him spread in the air his poetry
in a crescendo of sadness
up to that the light in the dark disappeared.
. . .
Since flies away
in a sky of red flooded sunset
what more nobody remains to hold him company
sometimes in the long loneliness of the evening
leaned above the thoughtful writing desk
I hear him spread in the air his poetry, softly
in a crescendo of melancholy
until when nearby the light in the dark disappeared.
Who was?
the passer-by will ask him
among so many graves and so much people
it is ended up not knowing him more
perhaps an artist, a great, a vague spirit
what has also lived the endless spaces while
with the open eyes in a bed of darkness
it looked for the light in a blinded world.
With the night is known the shades die
penetrate in the endless obscurity
to hide to dark every thing
every hope
as it disguises on the face of whom is not anymore
and what the dance of the flame above the candle
doesn't illuminate, that to run after it, serves to nothing
that it won't stop it, by now has gone away.
Yes, He was a man
word in the silence of the create
poetry written with the pen of goose
on paper parchment that soon it will make yellow
but it is not of the song that is wanted here to celebrate
how much of the warning that has left:
"That there is not justice where the voice it keeps silent
where liberty is only apostasy."
What does remain of it?
a headstone under a twisted pine that folds up
a worn-out registration on the naked stone
what the Angel of Mercy without saying
of the closed book of the life
loosened the bindings, law ancient words
premonitory of a something that hopes won't be
thoughts to be horrified.
. . .
While among the branches of the pine by now is heard
grieved the strong chiù of a robin that asks
to the Angel of Mercy
to hold back the cosmic sonority of the spheres
so that the music finds again the song
what harbors finds again the people
what of new hope finally…
… play again the harp of the future peace.

(from "Shed and forget Papers" 1956 - 1976)




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