Pubblicato il 09/07/2011 09:48:01
Mi perdo nella notte della memoria sul binario morto della nostalgia.
Nel taglio di violenta luce del mattino Il sogno in agonia di ombra onirica Gìà è svanito, corre veloce e libero il treno in transito, lo sferragliare delle rotaie, il gemito dei binari…
Si perdono nel profumo della notte i nostri malinconici sguardi solitari.
Divelti tralicci d’illusione e linee aeree corrono via in fuga giornate frenetiche e ree.
S’addensano all’orizzonte di porpora a occidente nubi e memorie.
Dove rifulgerai ora, mia stella di ponente?
Alle propaggini estreme della ferrovia, la verdeggiante scarpata che di primavera fiorisce di ginestre, primule e glicine ancora mi sussurra di Te nella soave nenia dell’elegia….
E s’effonde nell’aria notturna l’amara fragranza della mia solitudine.
La ruggine ruba lucentezza e stridore ai binari, scambi scrostati dalle ingiurie del Tempo dove mai saranno i tuoi occhi amati?
L’orologio alla stazione scandiva i giorni precari.
Ora s’è fermato sospeso ai ricordi nel sussurro dolce dell’emozione.
E mi perdo nella nostalgia abissale, mi confondo nella quiete della notte irreale.
Dove brillerà la luce siderale di stella dei tuoi occhi infinitamente cari?
L’ultimo treno della felicità inesorabilmente è già passato.
Nemmeno più lo sguardo del capostazione veglia sul binario dimenticato.
S’assopisce la stazione nell’abbraccio d’edera nella giava del tempo che va nel manto della notte blu.
E fra i sentieri della tenerezza mi sorridi tu, della mia vita sole e arcobaleno, vento lontano di rimpianta dolcezza, perduta nella fragranza intensa d’antiche viole.
Resto qua sola nella desolata sala d’attesa nella fredda luce al neon, palpito di rimpianto nell’eco perduta della tua voce al filo d’Arianna delle emozioni dissolte sospesa.
Il treno della gioia deviato su un’altra linea nella notte passerà.
Il treno della Memoria si ferma al primo binario. Il trillo della campanella dei ricordi fende il silenzio grave e solitario.
Della mia vita in default nel cigolio di porte inesorabilmente chiuse alla spalle stilo in passivo l’inventario.
Tu m’attendi nei fiori di luce nei petali di sole dell’ombrosa, dolce valle dove fluisce il fiume in argenteo gorgoglio.
Un giorno forse, saremo ancora insieme Tu ed io.
Il treno dell’amore perduto langue sul binario morto malinconico e muto.
Attendo in solitudine sulla banchina il bacio radioso dell’aurora, il sole nascente della mattina, che il nome tuo in carezza di luce nel bacio dei ricordi mi porterà….
Resto qui in compagnia della tua amorevole ombra che di nostalgia il profumo nella notte dell’anima mia effonderà…
Ancora t’attendo oggi e fino all’eternità nella bruma di malinconia sul ponte dei Ricordi…
…Papà.
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