MASTERPIECE VI, Domenica 29 Dicembre 2013
"C'è un momento in cui soprattutto all'inizio ti domandi, ma con tutti i libri che ci sono, se pure uscisse il mio? Non ci pensate, pensate che anche il vostro libro potrà essere letto e preferito ad altri" Diego De Silva e i consigli agli aspiranti scrittori #Masterpiece
Prima Serata per il ‘talent’ che sta raccogliendo consensi anche fra il grande pubblico di RAI3 seppure credere alla sua validità è difficile per il fatto che finora la giuria non sembra aver svelato la ‘cifra’ di quello che sta cercando. Vuoi per la ‘pochezza’ (a loro detta) dei testi presentati, vuoi per la carenza di ‘personaggi’ autentici. Molte sono le ‘riserve’ talvolta pretestuose, altre volte forzate per assecondare le regole del gioco che, deve rispettare il format (ad esclusione) col rischio, magari, di scegliere il testo sbagliato o, viceversa, spronare questo o quel concorrente ad aprirsi, a dare di più ecc. De Carlo, questa sera più misurato del solito, ha finalmente rivelato il proprio ‘punto fermo’ nel dire “che poco lo interessa il rapporto ‘personale’ con il testo, quanto il rapporto con la scrittura”; riferendosi quasi certamente al numero esorbitante di ‘autobiografie’, problematiche ‘personali’ che si pensano universali, ‘confessioni’ che mai vengono ammesse con se stessi, ecc. ecc.
Ben vengano i consigli e le artificiosità di scrittori navigati quali appunto sono i componenti la giuria: Taiye Selasi, De Cataldo, De Carlo, ma va detto che spesso non tengono conto che la letteratura, pur avendo delle sue regole, è alquanto soggettiva nei giudizi. Per cui ciò che può piacere, suggerire, emozionare uno, non necessariamente l’altro, per cui contano i valori che ogni singolo attribuisce alla propria scrittura e alla propria formazione culturale. Ciò non vuol dire che essi facciano male il loro mestiere di giudici ma che, a loro volta, risentono del personale background, quel bagaglio culturale che ognuno di noi si porta dietro. Pertanto, più che insultare o svilire i concorrenti, dovrebbero avere almeno quella umiltà che i loro ‘pareri’ non sono il ‘verbo’ e di conseguenza restituire al concorrente la dignità dell’essersi messo in gioco. È il caso di Taiye Selasi (nella foto) i cui interventi (molto esigui per via dell’italiano credo), sempre misurati e molto oculati, rivelano in lei un giudice sottile, molto umana, addentro alla perfezione lirica del testo più che hai contenuti. Un pregio questo di cui sono impregnati i suoi romanzi, molto belli, che scaldano l’anima.
A confronto con tanta letteratura straniera, il rischio reale nostrano è quello di cadere nella banalità, del già detto e sentito, nel dejà-vù, in quella pochezza di 'vedere in grande' che limita la nostra letteratura e che, Antonio Pennacchi (Premio Strega 2010) ospite della serata ha sintetizzato in ‘chiacchiericcio’ fine a se stesso, leggero, superficiale, tuttavia dando una sferzata ai giudici concludendo che "in fondo, ci si aspetta l’arte". E chissà se intendeva quella con la ‘A’ maiuscola riferita ai grandi romanzieri del passato. Fatto è che anche per quanto riguarda il cosiddetto ‘giallo’ di cui si è avuta qualche apparizione. In realtà si fa molta confusione tra ‘noir’ alla francese e quindi letterario, con il ‘giallo’ come lo intendiamo noi, una sequenza di accadimenti, omicidi, investigazioni e quant’altro. Al dunque, tra i concorrenti (secondo il mio parere tutti scadenti), una qualche rilevanza di ‘originalità’ era contenuto nel ‘chiacchiericcio’ di Kristin Maria Rapino (almeno era viva), e, per altre ragioni Adriana Di Meglio (nì). Negato l’accesso a Giampietro Miolato con il suo ‘fantasy’ forse solo un poco ingarbugliato, ma noi sappiamo che il ‘fantasy’ non è un genere che si fa breccia, come del resto non accade per testi ‘poetici’. Mentre, in un primo momento si è dato spazio a Pierangelo Consoli il cui testo, scurrile fino all’inverosimile, contro le donne, contro natura ecc., conteneva tuttavia qualche valore intrinseco non proprio chiaro, ma che poi è caduto inesorabilmente nello scontro finale, com’era opportuno che avvenisse.
Per la seconda fase del 'talent' che avverrà in Febbraio prossimo venturo, è stata scelta infine Raffaella Silvestri con un testo ‘piagnone’ (drammatico, addolorato) che in un primo momento anch’io avevo ritenuto valido (come scrittura), ma che poi, dopo la rivelazione di autobiografismo spinto, ho ritenuto eccessivo e, quindi, bocciato. Inutile dire che anche i miei ‘pareri’ sono da prendersi con le pinze, che riguardano solo me e il mio essere prima ancora che uno scrittore, sono un accanito lettore, per non usare il compassionevole aggettivo ‘appassionato’, ma ritengo sia proprio in questo la differenza, che le parole di per sé possono anche non dire niente, ma nel generale contesto (dalla prima all’ultima pagina letta), spingono a cercare il ‘senso’ dello scrivere e talvolta (purtroppo non sempre) a spalancare i misteriosi cieli, o le profondità se preferite, del nostro magico esistere.
Con quella di oggi è terminata la prima fase di Masterpiece il ‘talent’ di scrittura. Partecipa anche tu al ripescaggio web. Registrati, vota online e decidi quali concorrenti ammettere alla fase finale di Masterpiece in onda prossimamente su Rai 3. Registrati, vota on line e decide quali concorrenti ammettere alla fase finale.
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