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tre liriche

di Salvatore Solinas
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Pubblicato il 25/09/2008 18:52:38

Avviso ai naviganti


Se viaggiate sul Nilo
non potete ignorare
quelle antiche signore
sedute su scranni di pietra
sonnacchiose,
mai sazie di sole
e quel cane dalla faccia di donna
sfigurata dalla carie del tempo
che più non ha voglia
di scodinzolare sulla spiaggia del Cairo.
Una volta il mare arrivava fin là
ai piedi delle case
prima che il fiume trasportasse
la sua nera paccottiglia di limo e di fango
e il papiro inverdisse la sabbia.
Rimini Egizia!
dell’età del bronzo e del ferro
quando giovani atleti
e ragazze di profilo ammirate
mimavano sulla spiaggia
l’amore per gioco
e scarabei e civette
dagli occhi turchini
e cani alati scorrazzavano in riva
attorno alle barche e alle navi votive
che impigrivano al sole.
Dormiremo noi pure
nelle umide stanze ammuffite
abbracciati al remo della canoa
o seduti ieratici
sul pedalò
mummie svuotate di tutto
se non dei ricordi.
A tutti diremo
“Non abbiamo saputo
dove andare”.




Alieno

Oh la città! La città è lontana
Di sotto……io sono in alto
Trascoloro nel sole, vorrei
Essere in paradiso!
Invece sono sospeso… solo sospeso
Il vento mi gonfia i pantaloni e la camicia…sono
Nel tetto più alto
Sotto di me
Gli strali del tramonto
Sanguigno all’orizzonte
Come ogni fine!
Sto appollaiato sopra il cornicione
Come un falco ferito
Affamato, spaesato…… non posso muovermi
Scendere, atterrare
In mezzo ad una strada
O sull’erba di un prato
Tra la meraviglia della gente
Dei bambini che giocano
Semplicemente ho perso le chiavi della porta
Che conduce alla scala, all’ascensore.
Invano faccio gesti, mi sbraccio
Sul marciapiede i passanti
Sono piccoli insetti…scarafaggi le auto
Ed io un farfallone nero
Prigioniero della propria sconsideratezza.
Usa il cellulare…chiama tua moglie!
Mi suggeriscono gli angeli appostati dietro i comignoli
Ma per somma ironia della sorte
il telefono è inutilizzabile, ha esaurito la carica.
Quando verrà il buio con la notte
Sarò assalito dal freddo
Sento già correre i brividi
Forse cadrò in delirio
Fame, sete, bisogno di urinare
Ecco un’idea eccellente… veramente!
Farò i bisogni sporgendomi dal parapetto
Qualcuno, centrato, s’accorgerà che non sono
Escrementi di colombi
Ma umani resti di banchetti.
Crederà in una mistica visione
Del prossimo futuro
Forse griderà:”C’è qualcuno là sopra?”
E tutti assaggeranno l’escremento
Per capire, conoscere, sapere
La qualità del cibo che è dato al prigioniero
Esposto nella gabbia
Eretico folle, ostinato
E sono io…. qua sopra
In veste d’uccello imbalsamato
Calcinato dal vento
Illividito dal freddo…. spento … essiccato



Giovedì Santo

L’hanno gridato tutti gli strilloni
È su tutti i notiziari della sera
Jesus il messia è stato condannato
A MORTE
Domani sarà l’esecuzione.
Capannelli di curiosi sostano dinanzi
Alle grigie mura del carcere.
Cortei d’abolizionisti irati, mesti,
Cortei di sostenitori della vendetta
Trionfanti
Perché giustizia sarà fatta
Sfilano davanti al suo portone.
Lui non s’è difeso
Non ha chiesto la grazia.
Come un malfattore pentito ha domandato
D’espiare le colpe.
Quali colpe?
(Pare che il giudice
Se ne sia lavato le mani)
Le colpe di tutti gli uomini?
Giustizia comunque sarà fatta.
I falegnami lavoreranno tutta notte.
E’ stata comandata una croce
Di grandezza inusitata che possa essere veduta
Da ogni quartiere
Da ogni angolo della città.
Monito per i falsi profeti,
Dissuasione per i sovversivi.
Il condannato è stato deriso
Coronato di spine
Percosso, flagellato.
Domani farà il suo cammino
(Dead man walking)
Verso la collina.
Cammino lungo, faticoso
Per i suoi piedi sanguinanti, per le sue ferite.
Cammino dei soldati di tutte le guerre
Per le steppe e i deserti,
Per le giungle e i mari,
Di tutti i malati e sofferenti
Per i viali dell’ospedale,
Per gli uffici della mutua,
Di tutti i depressi, i malati di mente
Per i giardini dei manicomi,
Delle cliniche psichiatriche,
Di tutti i carcerati
Per i corridoi
Per i cortili del carcere,
Di tutti i popoli straziati
Dalle guerre civili,
Decimati nei campi di sterminio,
Di tutti i condannati nel braccio della morte
Che attendono la vendetta legale.
Tutti compagni
Tutti lignee schegge della sua croce
Sulla strada che porta alla collina.
Stanotte grande spettacolo gratuito!
Lo stadio già trabocca di folla.
Fari multicolori
Forando la nera tunica del cielo
Solleticano le stelle.
Tutti i riflettori sono puntati
Su questa Star nascente
Già morente.
Accendono di luce candida il suo viso
Intriso di sangue.
Tutti ridono, applaudono, fischiano.
Vorrebbero sentire l’uomo parlare
(che dica almeno una parola!)
Gridare di dolore
Agonizzare.
Dove sono i suoi amici?
Portate qui anche loro
(ancora non sono stati inventati
I giochi dei leoni
Le docce con il gas
I forni)
Domani le sue mani saranno martoriate,
Mani d’operaio nelle macchine
Di fabbrica.
La lancia bisturi
Sezionerà le sue carni
Su quello strano letto operatorio.
Le sue ossa saranno fracassate
Come caduto dall’impalcatura,
Volato sull’asfalto della strada.
Domani griderà “Padre, Padre”
Come ogni figlio che soffre
Come ogni uomo che muore.




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