:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Articoli
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 361 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Thu Apr 25 20:11:23 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Non offendete la M. Undici giugno duemilaventi.

Argomento: Educazione

di AvvocatoD’Aiuto
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutti gli articoli dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 11/06/2020 13:03:11

Di Pasquale D’Aiuto. Avvocato Premessa: da tempo volevo scriverne ma la fatidica molla è scattata quando ho visto le immagini del poliziotto americano in ginocchio su quello sventurato. Mèrda s. f. [lat. mĕrda]. – 1. volg. Sterco, escremento umano o animale. 2. In senso fig., in espressioni proprie di un certo tipo di linguaggio volg., pop. o fam.: a. Persona o cosa spregevole, di nessun conto o valore: lo considero proprio una m.; faccia di m., pezzo di m. e spesso assol. merda!, espressione ingiuriosa riferita a persona; frequente anche nella locuz. agg. di merda: che lavoro di merda! b. Complesso di circostanze critiche, senza via d’uscita, o comunque tali da generare notevoli fastidî e disagi: essere, finire, trovarsi nella m.; anche, situazione o condizione moralmente spregevole, di pessima reputazione: non puoi fare il moralista, tu che sguazzi nella m. del compromesso. c. Come espressione di indignazione, collera e sim., o anche di netto rifiuto: merda! (per influsso del fr. merde!). Bene, ci siamo tolti il pensiero: non la nominerò più. Basta il magistrale lemma di Treccani. Ed ha ragione: tutti noi, quotidianamente, ci riferiamo ad essa se dobbiamo esprimere qualcosa di oggettivamente o soggettivamente odioso, sporco, orribile. E se non lo diciamo, lo pensiamo. Non solo da noi (penso agli USA, a Francia, Spagna) questo quasi-intercalare è associato all’indesiderabile. Sembra del tutto naturale riferirsi alla M quando qualcosa non va. Perciò, qual è il punto? È che più passano gli anni, più comprendo quanto sia profondo il pozzo della malvagità umana, meno concepisco l’opportunità di offendere la M, poverina. Ne faccio una questione semantica: perché siamo così banali?! Forse, riferirsi ad essa per descrivere fatti e persone spregevoli è una pessima abitudine legata al tempo dell’infanzia? Temo di sì; e allora la dobbiamo superare, perché se non smetteremo di adottare quel termine in modo puerile, non saremo mai pronti a dare un nome vero alle cose, soprattutto al male. Però è difficile: la testa mi suggerisce di usare altre espressioni – anche volgari: la volgarità è pur sempre un codice – ma la pancia rimanda sempre lì. Così mi correggo ad alta voce: “Ma perché devo offendere la M?!”. E sì, perché in quest’universo esistono realtà infinitamente più tristi e fetenti: il razzismo, le mafie, l’usura, la pedofilia, il femminicidio, il nazismo, l’idiozia, la fame, l’assassinio, la miseria, la guerra, le mine anti-uomo, il cancro, la solitudine, l’abbandono, la pazzia, lo stupro, il lavoro minorile, lo schiavismo, per esempio. E allora, perché non compariamo il male ad esse?! Il problema è, forse, che si tratta di concetti astratti? Non direi: sono molto più concreti della nostra protagonista puzzolente e quelli, sì, rovinano il mondo! Quindi, per superare il blocco, ci vuole un po’ di training logico, ci vogliono fatti. Eccone qualcuno: la M è biodegradabile, naturalissima, concima, da essa “nascono i fiori” (De Andrè); “ci puoi fare la rivoluzione” (Benigni); le è dedicato un museo, a Castelbosco nel piacentino, poichè simboleggia concetti fondamentali quali trasformazione, riuso, metamorfosi; ho appena scoperto che, con quella di vacca, l’artista ed imprenditore Gian Antonio Locatelli “produce stoviglie, ricava il biometano per alimentare un paese di 3mila abitanti oltre a concime secco organico (registrato come Merdame, in vendita anche su eBay) ma anche mattoni e intonaco” (grazie, Livia Montagnoli su gamberorosso.it); in India ci si costruiscono case da sempre; ispira adagi acutissimi (“Si Totonno cacava, nun mureva”, cioè: “Quel che dici è ovvio”); può salvare la vita se viene “trapiantata” (giuro) nel corpo altrui (vedi qui, ilpost.it); ci informa sul nostro stato di salute (focus.it); è ispirazione per l’arte (penso a Piero Manzoni, 1961, con la sua “Merda d’artista” in 90 esemplari: la n. 12 sta al MADRE di Napoli). E chissà quante ne dimentico. Basta, dunque, invocarla ad ogni pie’ sospinto! Questo mondo è fatto di eccessi: meraviglia, orrore; luce, buio; bontà, perfidia; genio, follia. È un posto complesso, multiforme, faticoso; e lo è sempre più. Adottiamo altre comparazioni per esprimere quel che detestiamo: la M non se lo merita proprio. Perché, se crediamo di descrivere il male paragonandolo a quanto di più naturale nella vita, allora mostriamo di non voler chiamare le cose abiette con il loro vero nome. Ed è la migliore strada per non affrontarle mai. Pertanto: “Ho trascorso proprio una giornata di guerra”; “Che cancro di persona!”; “Sei un usuraio!”; “Quell’idiozia di ministro...”; “Razzista!” e così via. Ma vi prego: non offendete la M.


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore AvvocatoD’Aiuto, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

AvvocatoD’Aiuto, nella sezione Articolo, ha pubblicato anche:

:: [ Società ] Ma, una volta non c’era il sesso?! (Pubblicato il 21/10/2023 11:26:26 - visite: 123) »

:: [ Società ] Quelle stupide incisioni sul Colosseo. Di duemila anni fa (Pubblicato il 17/07/2023 21:14:12 - visite: 195) »

:: [ Società ] Buon primo maggio (Pubblicato il 01/05/2022 12:36:08 - visite: 321) »

:: [ Società ] La guerra, le cameriere, le badanti ed un paio di brutte per (Pubblicato il 26/02/2022 20:49:30 - visite: 212) »

:: [ Arte ] La memoria, Segrè e Benigni (Pubblicato il 29/01/2022 18:49:00 - visite: 264) »

:: [ Letteratura ] Quei post a infanti, conviventi e defunti (Pubblicato il 18/12/2021 13:29:46 - visite: 198) »

:: [ Società ] Le cose restano, noi ce ne andiamo. (Pubblicato il 07/11/2021 20:54:36 - visite: 395) »

:: [ Società ] Sono maschilista. Ma con giudizio. (Pubblicato il 27/10/2021 00:39:30 - visite: 251) »

:: [ Società ] La Palombelli ha toppato, evviva la Palombelli (Pubblicato il 18/09/2021 18:06:56 - visite: 615) »

:: [ Società ] La storia del pulcino rosso e del pulcino blu. (Pubblicato il 13/09/2021 13:57:37 - visite: 785) »