Pubblicato il 13/03/2012 14:13:48
Vai, elegia nella sera. Vola soave come vento di primavera, riporta la memoria all’antico sentiero.
Vai nell’alto silenzio delle valli fra lo sguardo solitario delle viole, all’abbraccio del ricordo in bianco e nero.
Vai, oltre il fremito d’ali d’una capinera, nel passo malinconico del giorno a vegliare il sonno di chi non farà più ritorno.
Vola lieve come l’incanto della prima neve.
Fermati al camposanto, lassù in collina e resta alla nostalgia sospesa come la preghiera a fior di labbra d’una vecchina.
Trova una lapide e leggine il nome, uno soltanto. Ed al sorriso senza tempo d’un malinconico gentiluomo fermati accanto.
Veglia fino al vespro e poi ancora, nel tramonto del rimpianto che l’anima mia incendia ancora.
Posati soave come l’ultimo bacio d’amore.
Lascia cadere lieve scarlatti i petali d’un fiore, come fossero i frammenti del mio cuore.
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