Pubblicato il 05/05/2013 10:18:43
E’ lo sguardo malinconico del glicine a narrarmi mille anni di solitudine nel volo desolato a sera della rondine esule da preclusi orizzonti, reduce dall’urlo biancheggiante della tempesta, memore del tuo dissolto sorriso.
Dimmi, padre mio,alla fine cosa resta? La musica lontana e il bianco e nero di un perduto giorno di festa.
E sono qui nella cerulea elegia del fiordaliso, mentre la primavera torna ancora, tessendo il canto in rigenerato colore,
a ricordarmi te, padre, nell’empito di un antico amore che traluce nell’aurora della mia nostalgia nel segno indelebile della tua assenza.
E sono tre anni che la tempesta, oscurando la luce di quel maggio troppo breve, alla deriva del rimpianto ti ha portato via.
In memoria di mio padre a tre anni dalla sua morte, avvenuta il 6 maggio 2010. "Memento Tui mihi semper"
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