Pubblicato il 02/12/2013 10:19:35
Sono gelido di te mi tengo il volto scrostato tra le mani - monumento che non ristrutturi - penso e quello che fuoriesce me lo tengo nella teca del petto da cui cade una cellula per sbaglio su ‘sto foglio distratto che ti porgo. Non credi più, t’ho allontanata e adesso io potrei lasciar cadere tantissime, infinite briciole di rughe dalla torre inclinata e ciondolare a pendolo il verdetto ma cosa importa ora ormai viaggi da sola in risalita stai compensando il fiato, altro non senti che un dolore rovente e il mio lamento - che ti giace nell’ombra - continuerà a gridare solamente nel mio vuoto
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