Il vento di Roseto
Era splendido l’albeggiare di Roseto
Sulle spiagge degli Achei
Quando giungemmo dalla nostra pianura
Paludosa e fredda.
Il mare di Ulisse si vestiva di luce
E tu eri figlia del Sole.
Esprimevi una sfavillante
Allegria.
Il cielo era benevolo e
Ospitava il tuo corpo e ti sentivi
Come in braccio a tua madre.
Il vento accompagnava
In un dolce respiro
Il nostro pensiero,
Passo dopo passo,
Sulla riviera degli Achei,
Rivolto al giorno
Anche se di un sommesso festeggiare.
Entrammo in casa,
Il colonnello e l’argentina
Davanti al mare di Calypso,
Racconti avvolti nella Roseto avita.
Non ci sono piu’ oggi solo le otto case
Del tempo aulico dei Manera,
Mentre tu, Elèna, incantata, dal tuo balcone
Dicevi che in casa entra il mare di Ogigia.
Da questo balcone si vede il mondo
E invoco cose ormai scomparse, immagino
L’Argentina,
E ringrazio in un canto, per il mio esistere,
Oxalà il Cielo e Oduduà la Terra
Iemanja l’acqua vitale.
E Iansà era benigno mentre guardavo le onde,
Abbigliate da pecore, attraversare,
Come dei bianchi ricami, una tavola azzurra,
Deti Joné, davanti a me.
E ti vedevo eterna e felice compagna,
Con Nanà, nel pianeta vivente.
Raggi di un’unica luce.
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