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Canto Generale luna quinta e sesta

di Marco Ribani
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Pubblicato il 03/04/2016 10:21:13


V
Luna piena

La luna questa notte è un enorme occhio aperto
per vigilare sul passaggio degli umani.
La tenebra è un manto di cobalto che nasconde
la misera ricchezza delle cose ;
La guarda un ragazzo che questa notte fugge.
Lascia la casa .Esce. Tracima. Con l’entusiasmo del torrente
lascia la casa
Calpesta. Sprofonda. Emerge. Nel fianco instabile della montagna intrisa
Calpesta. Sprofonda. Emerge
Si ferma guarda il fluire di paesaggi e nubi di acque e fuochi
e poi all’improvviso li vede fuggire
nubi di acque e fuochi
laggiù nella valle un fluido denso e vivo di legno carne ed escrementi .
Sale l’ odore di marcio del giorno.
legno e carne ed escrementi
Salgono le voci di esseri viventi immersi in una fertilissima miseria .
Gomitoli di un unico filo.
Immersi in una fertilissima miseria
Sale un odore acre di uomini sconfitti e taciturni .
Eppure il filo dell’esistenza li fa sembrare perle
uomini sconfitti e taciturni
Il ragazzo sente la povertà del sogno che porta nelle tasche.
Sente che deve formulare una grande domanda
la povertà del sogno
Si ferma e con gli occhi innocenti rivolge una domanda muta alla luna
con gli occhi innocenti
Ma non accade nulla. Solo la luce inesorabile del giorno
comincia a cancellare la notte
Ma non accade nulla
Il ragazzo teme che la luna non gli indicherà alcunchè
nel buio sprofondo della notte
nel buio sprofondo
Allora vattene dice offeso alla luna, ma lei finalmente risponde
finalmente risponde
Aspetta aspetta figlio mio – Dice la luna -. Prendi questa vita questa.
Che è tua.
Prendi questa vita questa.
Cerca il luogo dove le madri nutrono i figli con il latte delle stelle
con il latte delle stelle
giunge il sole ; Mettiti in cammino e canta. Che sia un canto
Che sia un canto
che chiama la terra che chiama la madre
che chiama noi fratelli che chiama il fuoco che chiama il fiato
che chiami la terra la madre i fratelli il fuoco il fiato
Non sa che che quel canto aprirà una larga e fertile ferita
nello splendore della miseria
Non sa

VI
Luna piena
La luna questa notte è una domanda di grazia per i condannati
Torturatori e torturati. Ladri e derubati. Schiavi e padroni. Cattivi e buoni.
La guardano tutti
E la luna finalmente risponde. Dice che i territori nemici non esistono
e che il mantello dell’egoismo
il mantello dell’egoismo
è troppo corto per proteggere l’umanità e che non c’è
abbastanza luce per illuminare criminali e innocenti
non c’è abbastanza luce
per illuminare i chimici, i professori, i divulgatori di veleni.
Tutti con i loro camici bianchi
i divulgatori di veleni
Sulle porte permangono le civette inchiodate
con i chiodi sottilissimi della paura
le civette inchiodate
Uomini che si credono tiratori scelti sono in realtà il bersaglio
sono in realtà il bersaglio
ingranaggi del tempo meccanico che macina le vite dimenticate
in un mondo in rovina
le vite dimenticate
Le donne sono in pasto alle piaghe e partoriscono
uova gigantesche ad ogni rivoluzione astrale
Le donne sono in pasto alle piaghe
nessuna verità risiede in questa terra
eppure tutti sorprende uno sgomento muto
ma nell’universo ormai tutto ride
e dal riflesso della grande sorella scende
una nuova linfa per gli insorti
Si faccia allora avanti chi sa fare il fuoco
Si faccia allora avanti chi sa crescere il grano
Si faccia allora avanti chi sa come si ottiene la farina
Si faccia allora avanti chi sa lievitare l’impasto magico e vitale
E con il fuoco il pane. E con il fuoco il pane . E con il fuoco il pane
Cominciamo da qui


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