Brina ancora sulle gemme di lago
Siamo come i due occhi di un bel viso bizantino
Entrambi aperti con lo sguardo nella stessa direzione, lì, davanti, alla stessa distanza,
Come un campo arato con cura dal contadino che prepara la semina
Per un nuovo raccolto di mais.
Siamo del lago, del Benace marino, impetuoso ed imprevedibile, come la vita sa essere.
Per tutte le volte che ancora
Sarà necessario togliere la brina dall’architrave
Della nostra vita
Che rende di ghiaccio una parte dei nostri sentimenti
Per imparare ad amarci meglio
Io ci sarò.
Come il contadino spera che le gazze non scendano a mangiare i suoi semi
Io spero che non siano piu’ ragioni alla collera fra di noi.
Risorgere.
Sento che la mia vita attende ancora risposte
Mentre ti vedo come mia madre reclinata a cucire
E non voglio vivere per il pane o per un piatto di pasta
Ma per un arcobaleno di gioia che squarci le tende
Sui nostri sguardi.
Come la gemma in attesa di diventare frutto
Trepida per evitare le brume di una prima – vera
Quanto vorrei fuggire per sempre dall’ombra,
Dall’ondeggiare dei sentimenti! A volte sono
Velo, a volte mi veste la luce.
Voglio volare, non voglio morire prima di sbocciare.
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