E mi sorprende la falce della luna
fioca e bassa sopra l’orizzonte
diamante grezzo, linea d’occidente
morente fiato, sommesso bisbiglio
che precede un rauco grido di morte.
A chi è toccato in sorte il filmato
di ciò che procede senza alcun senso
prima di schiantarsi tra il fumo denso
e acre che chiude la gola? Il quadrato
del battito e la radice delle porte
chiuse in faccia, la geometria è un foglio
tra le mani del figlio imprudente
è un calvario salvarlo, ma se c’è un ponte
e se il vento è muto, è larga ogni cruna.
È fredda questa notte senza stelle
le rotte del tempo sono chiuse
a ogni viaggiatore senza scorta
l’aorta cede e le doglie sono dieci
al cubo, il tubo dell’ossigeno
è interrotto da un grumo scuro
di sangue, è stato il turno dei nonni
a scoprire l’orrore del fumo dei forni
e del gas che non si vede dal muro
che ci divide dal reale. Il triangolo è scaleno
e il cortile sghembo, nelle stragi
c’è il senso di ogni vita storta
la speranza è risorta quando le fosse
si sono svuotate e sono riapparse le folle.
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