Pubblicato il 03/02/2019 06:50:50
È l’alba, lo sai, ciò che trema all’imbocco del cielo in quell’orlo di luce che avanza. Niente si muove. Tutto diviene. Dalla misera assenza le cose – care ombre sapute – tornano in vita. Tra i rami pigola qualche piccolo uccello. Con levità la neve sa scriverne i passi.
Come donarti la meraviglia? Indossarla come pegno d’amore. Di questa vesto i miei occhi – tacendo – mentre già ti vedo rinascere. Di questo magrissimo esistere dei giardini in inverno il silenzio è la forma più pura. È miele sciolto in un bricco di latte.
È tempo di un altro principio – quando profondo è il perdono – il tempo in cui tutto ancora riaccade ma nuovo.
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