C'è bisogno di questo:
di balli lenti abbarbicati alla fine del mondo
alla fiera dell'est topoline e champagne
coriandole d'altura a lunga gittata
e prodromi di stati d'animo da far esplodere,
all'orizzonte, consacrati.
Quintessenze da mandare a memoria
per quando gli occhi si stancheranno
e ricordi da guardare al contrario, nei laghi stellati,
negli specchi rotti, cieli in cui affondare le mani e denti, forti,
con cui sgranare rosari, sbranare sudari, nuvolosi.
Perché finché potrò cantarti io non muoio adesso
e del resto, di tutto il resto farne intermittenze
di luci e ombre sedotte dal tempo che fugge,
allora saprò che ne è comunque valsa la pena
di essere vivo, di aver vissuto diviso, in scintille di desiderio
e anche se solo tuo è il potere
di rendermi intero su scala nucleare
io l'accolgo come il mistero di una scissione
interna all'anima immortale.
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