E poi si accende la gioia
La bellezza è come la verità,
Silenziosa, non urla, non scalcia in bocca,
Un retrogusto minerale, che pulisce anche
Le increspature calcaree piu’ dure,
Quelle che il tempo a fatica smussa
Dentro di noi.
E poi si accende ancora la gioia
Che si lascia sfogliare, di cui,
A poco a poco,
Non faresti mai a meno.
E come, a questo punto, come quella volta,
Era il venticinque di aprile,
La gioia della libertà
Di ritrovarsi ad amarsi.
Ripetizione voluta, alla faccia di chi mi chiede
Le rime, come quella volta,
Con il tuo infinito silenzio.
Albeggiava, ricordo, mentre
Stavamo, forse, per lasciarci.
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