Sotto le fronde di questi platani,
tra liete figure e note,
ecco, io sono un verso
che qui resterà, ovunque in Te,
come l’incanto d’ogni attimo
che riverbera un po’
dalle labbra dell'Aurora,
come una foglia bagnata dal sole,
mentre la Bora si accarezza,
inciampando tra fuochi nella nebbia.
Sul ghiaccio ora soffia l’anelito
di quel tenue sogno,
quando col cuore all’inferno,
più non bastava ricordare
l’eco di una voce
né dell’infinito, un fremito
per seminare nell’odio l’amore
e di pace, colmare ogni debito.
Suvvia, non tacere!
Poiché l’ombra di me morrà
se il cielo si confonde,
mentre si trascinano le anime,
cullando i fantasmi,
nell’oblio, d’un colore appassito
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