PICCOLA ELEGIA PEDEMONTANA
Tu alzi gli occhi a caso
dal colmo dei pensieri
e noti nebbia come trina
che mutafórm’al mondo
e nella pausa del tuo sangue
resti a fissare cauto quell’uccello
che bianco nel biancore
trafigge a volovìa quel velo
e si fantasma dentro quel paesaggio
d’un argenteo incanto a chi respira
Soppesi pure il subuman ringhioso
ch’accanto a te
nel chiuso del vagone
disdice il proprio cuore
e ciò che di bellezza attorno vive
pareggia a maleficio
Ma già di lui più non ti curi
e passi a perdere il tuo
di cuore
come ogni altro usato senso
in questa nebbia che dai tondi colli
con dolce vento sale
e l’animo tuo
ora d’argento anch’esso preso
migra sereno ov’è nascosto il sole
(tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
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