Me ne sto amorfa, atemporale, afona
alfa-privativa di tutto ciò che può essere privato
in questo tempo assente,
una parentesi che è un abisso
di dolore o noia o entrambe
e sarà o è già disconosciuta nel chiacchiericcio
insulso.
I «ma potevamo, ma si sarebbe, ma avrebbero dovuto»
dei soloni a posteriori fioccheranno come sempre
e anche i «l’avevo detto io» di quelli
che non hanno mai parlato
oppure avevano detto l’esatto opposto,
tanto la memoria costa troppo
o non ce l’hanno.
Il massacro dei dati di chi non sa
le tabelline e se ne vanta
- «il rosso vince sull’esperto» da slogan maoista
qui è pratica di vita quotidiana –
la vita affidata a legulei, azzeccagarbugli rintronati
dal suono delle loro stesse parole,
assurde commissioni ridondanti di non scelte,
tutto per dire: non è successo niente, in fondo.
La vita continua. Poveri morti scemi, che siete morti
così.
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