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Pubblicato il 20/06/2020 09:15:50
Nel pozzo del mio sfintere il naufragio della sera, attendevo la pioggia cadde a terra una capinera.
Non lasciate nel gelo le mie mammelle già fredde. Non al marmo e non alle bocche fui destinato uomo.
Non era necessario per voi farmi ridere: un'acquasantiera di sguazzi profani alle mie spalle. Nessuna dolcezza.
Un inferno mi raschiava la gola: le urla delle vostre solitudini hanno ancora il sapore dei sassi tra l'erba incolta e l'asfalto.
Ma voi non direte mai i nomi dei morti: lo stupro della memoria è senza pietà.
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