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Sinto vergonha de mim


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Pubblicato il 15/06/2015 12:00:00

 

Sinto vergonha de mim

por ter sido educador de parte deste povo,

por ter batalhado sempre pela justiça,

por compactuar com a honestidade,

por primar pela verdade

e por ver este povo já chamado varonil

enveredar pelo caminho da desonra.

 

Sinto vergonha de mim

por ter feito parte de uma era

que lutou pela democracia,

pela liberdade de ser

e ter que entregar aos meus filhos,

simples e abominavelmente,

a derrota das virtudes pelos vícios,

a ausência da sensatez

no julgamento da verdade,

a negligência com a família,

célula-Mater da sociedade,

a demasiada preocupação

com o “eu” feliz a qualquer custo,

buscando a tal “felicidade”

em caminhos eivados de desrespeito

para com o seu próximo.

 

Tenho vergonha de mim

pela passividade em ouvir,

sem despejar meu verbo,

a tantas desculpas ditadas

pelo orgulho e vaidade,

a tanta falta de humildade

para reconhecer um erro cometido,

a tantos “floreios” para justificar

actos criminosos,

a tanta relutância

em esquecer a antiga posição

de sempre “contestar”,

voltar atrás

e mudar o futuro.

 

Tenho vergonha de mim

pois faço parte de um povo que não reconheço,

enveredando por caminhos

que não quero percorrer...

 

Tenho vergonha da minha impotência,

da minha falta de garra,

das minhas desilusões

e do meu cansaço.

 

Não tenho para onde ir

pois amo este meu chão,

vibro ao ouvir o meu Hino

 

e jamais usei a minha Bandeira

para enxugar o meu suor

ou enrolar o meu corpo

na pecaminosa manifestação de nacionalidade.

 

Ao lado da vergonha de mim,

tenho tanta pena de ti,

povo deste mundo!

 

De tanto ver triunfar as nulidades,

de tanto ver prosperar a desonra,

de tanto ver crescer a injustiça,

de tanto ver agigantarem-se os poderes

nas mãos dos maus,

o homem chega a desanimar da virtude,

a rir-se da honra,

a ter vergonha de ser honesto.

 

*

 

Mi vergogno di me

 

 

Mi vergogno di me

per essere stato educatore di parte di questo popolo,

per aver combattuto sempre per la giustizia,

per conciliarmi con l’onestà,

per far prevalere la verità

e per vedere questo popolo chiamato ora virile

seguire il percorso del disonore.

 

Mi vergogno di me

per aver fatto parte di un’epoca

che lottò per la democrazia,

per la libertà di “essere”

e di dover consegnare ai miei figli,

semplice e abominevolmente,

la sconfitta delle virtù sui vizi,

la mancanza di sensatezza

nel giudizio della verità,

la negligenza per la famiglia,

cellula-Mater della società,

l’eccessiva preoccupazione

verso l’io felice a tutti i costi,

cercando tale “felicità”

in percorsi crivellati di disprezzo

per il nostro prossimo.

 

Mi vergogno di me

per la passività con cui ascolto

senza far uscire la mia parola,

tante scuse dettate

per orgoglio e vanità,

tanta mancanza d’umiltà

nel riconoscere un errore commesso,

tanta “retorica”

per giustificare atti criminali,

tanta riluttanza

nel dimenticare l’antica posizione

del sempre “protestare”,

tornare indietro

e manipolare il futuro.

 

Mi vergogno di me

perché appartengo a un popolo che non riconosco,

che intraprende cammini

che non voglio percorrere ...

 

Mi vergogno della mia impotenza,

della mia mancanza di polso,

delle mie delusioni

e della mia stanchezza.

 

Non ho dove andare

perché amo questo mio suolo,

vibro sentendo il mio Inno

 

e non ho mai usato la mia Bandiera

per pulire il mio sudore

o avvolgere il mio corpo

nell’immorale manifestazione di nazionalità.

 

Accanto alla vergogna di me,

ho tanta pena di te,

popolo di questo mondo!

 

Da tanto veder trionfare le nullità,

da tanto veder prosperare il disonore,

da tanto veder crescere l’ingiustizia

da tanto veder ingigantirsi i poteri

nelle mani dei malvagi,

l’uomo arriva a disanimare la virtù,

a ridere dell’onore

ad aver vergogna d’essere onesto.

 

 

[ Traduzione Emilio CapaccioLa poesia è tratta da Obra Completa de Rui Barbosa (1942) ]

 


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