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Quattro poesie - due inediti


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Pubblicato il 18/04/2016 12:00:00

 

*

 

Muoveva le labbra col rosario fra le dita

e se parlava dell'inferno e del paradiso

pareva ci passasse ogni estate le vacanze.

Facendole l'equilibrio per sollevarsi

dalla poltrona, guardandola sradicare

l'erbaccia dal giardino o confondere

l'ennesima volta il sale con lo zucchero

io crebbi e lei si fece sempre più bambina.

Le ultime volte mi commuoveva

sapere sulle mie le sue mani fredde

– l'oblio ci ha vinti fin da ora, pensavo

vedendola piegare la schiena,

raccontarmi qualche altra storia

la cui lezione non ho mai imparato.

 

 

*

 

Perdere con la notte qualche parte

d'ossa, fingere di stare bene, sapere

che da soli si ingoiano le proprie croci

pesanti sulle spalle, nello stomaco

tenerle lì, camminando curvi.

 

[ da Frangiflutti, LietoColle, 2015 ]

 

 

 

*

 

Mai nessuno vedrà il dolore di un uomo

mai nessuno lo vedrà così grande com’è,

bruciargli

nell’organismo, incenerendo

ogni cosa, fin dove

l’io giace.

 

Morire, potrà darci pace –

in questa corsa di anni ed anni verso il nulla

soffocando l’urlo

della storia (e anche l’eco

in gola, a picco sulla terra brulla)

nella propria faccia muta.

 

Né tempo né luoghi né nomi,

ma piccoli cuori sparsi

ai quattro punti cardinali.

Né risa né fiori, se non l’amico

pronto a sacrificarsi per te

o la donna che ricorda il tuo amore.

 

 

*

 

Un solco

è il cervello, una ruspa di giorno

in giorno spacca le nevrosi,

scava ed io sanguino argilla

ma continuo, gridando aiuto

in atti impercettibili, taciturno

come un suicida,

l’oblio mi osserva.

 

[ dalla raccolta inedita Desertica ]

 


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