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Muoveva le labbra col rosario fra le dita
e se parlava dell'inferno e del paradiso
pareva ci passasse ogni estate le vacanze.
Facendole l'equilibrio per sollevarsi
dalla poltrona, guardandola sradicare
l'erbaccia dal giardino o confondere
l'ennesima volta il sale con lo zucchero
io crebbi e lei si fece sempre più bambina.
Le ultime volte mi commuoveva
sapere sulle mie le sue mani fredde
– l'oblio ci ha vinti fin da ora, pensavo
vedendola piegare la schiena,
raccontarmi qualche altra storia
la cui lezione non ho mai imparato.
*
Perdere con la notte qualche parte
d'ossa, fingere di stare bene, sapere
che da soli si ingoiano le proprie croci
pesanti sulle spalle, nello stomaco
tenerle lì, camminando curvi.
[ da Frangiflutti, LietoColle, 2015 ]
*
Mai nessuno vedrà il dolore di un uomo
mai nessuno lo vedrà così grande com’è,
bruciargli
nell’organismo, incenerendo
ogni cosa, fin dove
l’io giace.
Morire, potrà darci pace –
in questa corsa di anni ed anni verso il nulla
soffocando l’urlo
della storia (e anche l’eco
in gola, a picco sulla terra brulla)
nella propria faccia muta.
Né tempo né luoghi né nomi,
ma piccoli cuori sparsi
ai quattro punti cardinali.
Né risa né fiori, se non l’amico
pronto a sacrificarsi per te
o la donna che ricorda il tuo amore.
*
Un solco
è il cervello, una ruspa di giorno
in giorno spacca le nevrosi,
scava ed io sanguino argilla
ma continuo, gridando aiuto
in atti impercettibili, taciturno
come un suicida,
l’oblio mi osserva.
[ dalla raccolta inedita Desertica ]