Pubblicato il 19/07/2010 12:00:00
Ora vivo in una città dai fiumi interrati, Non quella di streghe che sempre traspare Dal fondo della più vasta pianura E neppure l'allegra signora distesa Lì dove muore l'Appennino - Ricordo ancora l'amico di una sera Aprirmi un piccolo infisso tra i portici E mostrarmi una Venezia padana Un paese d'acque segrete.
E inseguo pedalando le ombre sulla strada Come s'aggrumano le nuvole dopo la rincorsa Se il vento un poco le confonde: Basta una felicità di pioggia Sull'asfalto di marzo E i fiumi nascosti tracimano come un rimosso Risalgono dalle profondità a chiedere cielo E pesci e anfibi e canneti.
Ho visto mille topi galleggiare Sui liquami del porto E ho compreso perché Non ho avuto paura.
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