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Bonbon Robespierre

Argomento: Storia

di Giuseppina Bosco
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Pubblicato il 02/01/2016 20:11:01

 

 “Bonbon Robespierre. Il terrore dal volto umano”1

 

 

 

È uno studio nuovo ed inedito sulla Rivoluzione francese, soprattutto perché approfondisce il profilo storico di un personaggio, quello di Augustin Robespierre, fratello di Maximilien, di cui i libri di storia non parlano, in quanto è legato ad un’altra fase della rivoluzione, considerata forse migliore.

 

E difatti, Augustin, deputato della montagna, uomo di legge, ha avuto un ruolo non secondario nel periodo rivoluzionario nell’intento di voler cessare la politica sanguinaria del terrore.

 

Il titolo che attribuisce ad Augustin l’appellativo di “Bonbon” non fa che riprendere in senso ironico il suo secondo nome di battesimo: Augustin Bon-Joseph quasi ad evocare qualcosa di leggero, di dolce ( che lo storico Luzzatto riprende da uno studio di G Walter pubblicato a Gallimard a Parigi nel 1946). Invece, molte biografie siu Maximilien Robespierre lo presentano come l’incorruttibile e l’intransigente moralista.

 

Nonostante le diverse personalità e le differenti posizioni politiche assunte dai due fratelli, il destino soprattutto nella fase del ’93 li vuole uniti nella morte durante il 9 termidoro dell’anno II, cioè il 27 luglio 1794.

 

Di lui Augustin Robespierre si fa riferimento negli annali della Convenzione solo per lo “stoico sacrificio”, e non per il suo ruolo parlamentare, perché lui chiede di essere ghigliottinato insieme al fratello.

 

Cosa avviene il 27 luglio 1974, nove termidoro dell’anno secondo?

 

Molte notizie su quella giornata sono attinte dall’autore dal “Moniteur2.

 

Nella sala delle Tuileries dove si riunisce la Convenzione nazionale, Maximilien Robespierre ha pronto l’elenco dei convenzionali denunciati come inaffidabili e quindi destinati alla ghigliottina. Ormai si è creato un clima di insofferenza nei confronti di Robespierre tra molti deputati della montagna che hanno già pronto il decreto d’arresto per “l’incorruttibile”.

 

In una confusione indescrivibile si alza Augustin detto il “RobespierreJeune”- come lui ha l’abitudine di firmarsi- e chiede un decreto d’accusa pure per se stesso, perché colpevole al pari del fratello. I termidoriani avrebbero potuto non prestar fede alle sue parole, ma in quella circostanza quello che lui dichiarò equivalse ad un vero e proprio suicidio politico.

 

È interessante apprendere dai documenti consultati dallo storico3 che il giorno dell’esecuzione di Maximilian Robespierre sale quasi agonizzante al patibolo, probabilmente perché ha tentato di uccidersi facendosi esplodere in faccia un colpo di pistola. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella che a sparare sia stato un giovane dal cognome forse appropriato: Jean Andrè Merda.

 

Invece, il fratello Augustin tentò veramente il suicidio quando, prigioniero all’Hotel de Ville, si gettò dal balcone del primo piano che dava su Place de la Grève.

 

Nonostante fosse in fin di vita fu ghigliottinano insieme al fratello Robespierre, Sain Just e altri davanti a Place de la Revolution. È ancor più sorprendente scoprire che ci sia stata una volontà da parte dei termidoriani di evitare in tutti i modi che le sezioni di Parigi prendessero le difese di Maximilian Robespierre, mettendo in giro anche una leggenda metropolitana: il maggiore dei Robespierre progettava di sposare la figlia di Luigi XVI per fondare, attraverso il matrimonio, una propria dinastia.

 

In realtà la fine di Augustin è coerente con la sua dedizione al fratello, anche se nell’ultimo periodo non ne condividesse più i metodi.

 

Robespierre petit fin dal 1793 fu convinto che per salvare la rivoluzione bisognava attenuare la scristianizzazione, aprire la porte delle Chiese, scarcerare molti sospettati senza alcun motivo e non dare più seguito alle sentenze di morte.

 

Una testimonianza del “realismo politico” di Augustin è legata all’esperienza di Tolone, quando la Convenzione nell’estate del 1793 lo nominò “inviato in missione” presso l’Arme de l’Italie, stanziata a Nizza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 Sergio Luzzatto, Bonbon Robespierre. Il terrore dal volto umano, Einaudi, Torino, 2009.

 

2 Moniteur, reimpression de l’ancien regime depuis la rèunion des Etats-Generaux jusqu’au Consulat,Plon, Paris, 1854-1863, vol.21

 

3Annales Historique de la devolution francaise

 

 

Era la leggenda di “Robespierre Roi4 e la conferma di tale storiella viene fornita dall’ultima sopravvissuta della famiglia Robespierre: Charlotte, la quale, interrogata il 13 termidoro dal Comitato di Sicurezza Generale5, non solo prende le distanze dai due fratelli che si stavano macchiando di un “infame complotto”, ma dà ulteriori notizie su Maurice Duplay, proprietario di falegnameria, il quale aveva coabitato con tutta la famiglia Robespierre, e nella casa di Duplay venivano preparate le liste di proscrizione contro i nemici della rivoluzione.

 

La Francia, in quel periodo impegnata a fronteggiare una guerra civile antigiacobina nel sud, ebbe non poche difficoltà per domare le rivolte, ma alla fine gli eserciti della Repubblica riportarono l’ordine. Durante la permanenza a Nizza, “Robespierre Jeune” svolse il lavoro di rappresentante in missione, dimostrando capacità politico-organizzative nella gestione dei rapporti con il club giacobino, nella sorveglianza del clero e nell’arresto dei nemici della Repubblica e in campo strategico-militare, cercò di abbozzare un disegno tattico ( di cui più tardi si approprierà Napoleone): quello di combattere l’imperatore d’Austria attaccandolo non dal fronte orientale, bensì da quello meridionale, attraverso la Liguria e il Piemonte6.

 

L’esperienza di Tolone fece inoltre maturare ad Augustin un’intuizione davvero profetica quando, in una sua corrispondenza ufficiale indirizzata al Comitato di salute pubblica, affermò: “Non si doveva più rivoluzionare un paese già rivoluzionato e per salvare la rivoluzione occorreva terminarla”, soprattutto nell’aspetto più degenerativo del terrore e dell’intolleranza.

 

Giuseppina Bosco

 

 

 

 

 

 

 

4 Tesi su Robespierre Roi è presente nel testo consultato dall’autore B. Baczko (1989), Come uscire dal terrore. Il termidore e la rivoluzione, Milano, Feltrinelli.

 

5 Sull’arresto di Charlotte Robespierre sono state esaminate le pagine di G. Lenotre”Mille de Robespierre”.

 

6 L’autore su questi aspetti si rifà agli studi di Le Febvre “La France sous la Directoire”, Edizioni sociali, Parigi, 1984

 


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