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Commenti al testo di Maria Musik
La mia casa bella

Sei nella sezione Commenti
 

 Roberto Maggiani - 26/06/2015 21:39:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie Marco. Non nego che la tua penna indipendente mi ha dato conforto.

 Franco Bonvini - 26/06/2015 18:24:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Son d’ accordo con Maggi..
io son "nuovo" qua e cominciava a piacermi. Spero che continui a piacermi.
Certo incomprensioni ci possono essere dappertutto, coi miei strumentisti ci mandiamo allegramente a quel paese se serve, anche coloratamente, ma poi non è che smettiamo di suonare assieme..

 Marco G. Maggi - 26/06/2015 17:49:00 [ leggi altri commenti di Marco G. Maggi » ]

Dopo una settimana infernale, in cui ho purtroppo avvertito gli echi lontani di una situazione quasi kafkiana, posso finalmente trovare il tempo per esprimere un mio pensiero. Voglio innanzi tutto ringraziare la Recherche: le parole di Maria sono perfette per esprimere quello che sento. Certo, non nascondo che certi comportamenti di alcuni autori, e non mi riferisco al caso specifico, mi abbiano a volte disturbato. Grazie a Dio ho le spalle larghe e me ne sono fatto una ragione; d’altra parte in una comunità di persone, anche virtuale, è normale che si possano creare fraintendimenti o che qualcuno usi meno delicatezza nell’esprimere la propria opinione rispetto ad altri. Credo che tutti dovrebbero seguire i principali criteri del vivere civile che sono l’educazione ed il rispetto: purtroppo si nota sempre di più come queste sono merci sempre più rare anche tra i poeti. Questo sito offre la grandissima libertà di permettere la pubblicazione dei testi senza alcun filtro da parte di un qualsivoglia comitato di lettura e mi sembra, già per questo motivo, il sito culturale in assoluto più libero attualmente sul web. Personalmente non ho niente contro nessuno, ritengo che la Redazione abbia il completo diritto di stabilire delle regole di convivenza e quindi di gestire in tutta autonomia quello che pensa essere non consono ai dettami di queste regole. Quando sono lontano, magari in viaggio, anche La Recherche ha per me il profumo di casa: è quindi un luogo dove ambisco tornare e in cui provo piacere ritrovare volti amici. Ecco, provo dolore per questa situazione: sono certo che tutti avremmo preferito evitarla: la poesia deve essere portatrice di pace, la cultura deve aprire il dialogo tra le persone. Il mio augurio è che ci sia un ravvedimento da parte di chi ha assunto una posizione indifendibile, ovviamente offrendo le scuse alla Redazione e a chi è stato offeso. Certo, la cosa richiede umiltà, magari una certa dose di coraggio: anche la poesia spesso ne richiede, non avete idea di quanto ne abbia richiesto e ne continui a richiedere al sottoscritto. Ci ho pensato a lungo e credo sia l’unica decisione veramente poetica da prendere ed invito chi di dovere a farsene carico senza indugio. E che non venga in mente a qualcuno che dietro a questo mio pensiero ci sia un qualsiasi tipo di accondiscendenza: sono contrario a baronie e consorterie in genere e pur disponendo di una natura gentile, che qualche sprovveduto a volte fraintende considerandola una debolezza,ritengo di non aver bisogno del placet di nessuno per continuare a scrivere e pensare come meglio mi aggrada, ovviamente sempre seguendo i principi sopra esposti. E’ solo una questione di onestà intellettuale e di giustizia. Nell’attesa che i marosi si plachino ed il buon senso prevalga saluto tutti con affetto, Marco

 Maria Musik - 26/06/2015 15:21:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Buongiorno Laura.
Mi scuso per il ritardo nel rispondere ma ero al lavoro.
Pulire la casa è mio compito, il suo quella di non creare disordine.

 Laura Costantini - 26/06/2015 10:55:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Buongiorno Maria,
dato che hai scritto :" Io sono fra quelli il cui compito è tenere pulita la casa.", volevo segnalarti che nei commenti di un testo che ha ricevuto 288 visite, poche per un’autrice seguita come Amina Narimi, ma molte per la maggior parte degli altri e quindi in generale, c’è ancora questo commento che puzza di vomito, in particolarte, sempre per facilitarti il lavoro te le segnalo, in questi due passaggi :" Essere sopravvissuto alle tue malattie infantili non ti dà il diritto di dispensare accortezze di sopravvivenza al mondo.Adoro la bufala, nel significato di mozzarella (ma non sulla pizza, la margherita verace ha il fiordilatte) cruda e con i riflessi bluastri dà il meglio di sé…ma che ne sai tu, dalle tue parti solo distillati, grappa e affini…vorrà dire qualcosa, o no?"
Oltretutto in forma anonima!
SE questo è un bel modo di comportarsi?
Dopo un paio di mesi, la puzza è tanta, è un vero peccato!
Pulirei io, ma non ho gli strumenti per farlo!

  Cristina Bizzarri - 24/06/2015 01:42:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Io abito da tre anni e mezzo in questa grande casa. O meglio, ci vengo ad abitare ogni volta che lo desidero senza bisogno di avvertire prima. Perché la porta non è mai chiusa e, quando entro, posso scehliere le stanze che preferisco. Così posso entrare in un vasto salone come in un piccolo tinello, o anche sdraiarmi su un gran lettone con i cuscini di piume. Ci sono molti dipinti ai muri e tutti i simboli religiosi del mondo, ci sono foto di volti e anche una grande sala cinematografica. Io a volte sono molto stanca, allora senza parlare scelgo una stanza solitaria, che affaccia su un giardino pieno d’alberi. Possono essere spogli o fioriti, dipende. Quando la stanchezza mi passa (ma non è esattamente stanchezza, la chiamano BPD o qualcosa di simile credo, ma è un nome che non mi piace perché non dà l’idea
della varietà e di tutte le sfumature che contiene - come un cielo in tempesta ma
che a chi lo guarda da fuori sembra anche troppo sereno e terso, il mio è di questo tipo - allora dico "stanchezza. Ecco, quando non sono più stanca comincio a girare per i corridoi, entro nelle altre stanze e incontro tante persone, si comincia a parlare ma è uno strano parlare: ci si ascolta anche senza suono, è bellissimo, ci si guarda e ci si può toccare solo attraverso le parole. E quante e quanto diverse tra loro! Si possono lasciare dove si vuole, hanno un’infinità di forme. A volte si intrecciano tra di loro, a volte si allontanano, ma una volta incontratesi ne nascono sempre di nuove. È una generazione continua. Quando si è stanchi - proprio nel senso letterale di stanchi - o si ha voglia di fare altro, non si deve renderne conto a nessuno e nessuno ti trattiene. Così si ha sempre voglia di tornare in questa grande casa che cambia continuamente di arredi, se lo si vuole; è di un materiale solido ma nello stesso tempo adattabile al pensiero e all’immaginazione. Spesso mi capita di vedere la luce del sole entrare in una delle mie stanze preferite come bagnata dai mille colori di un mndala ... o è un rosone? La amo questa casa che mi è giunta come un dono e come un sollievo, una casa che ha una miriade di pupille azzurre che non
feriscono quando ti guardano, anche se possono essere accese, insolite, o anche incomprensibili. E potrei raccontare molti altri suoi aspetti, come il cibo saporito o i frutti succulenti del suo orto che mi capita di trovare in una vecchia madia, pronti per essere condivisi con gli altri ospiti e mangiati. O, infine, potrei parlare delle celebrazioni che si fanno, gioiose o tristi per ricordare insieme momenti importanti. Ecco, per finire voglio dire che è una casa di ristoro e di formazione, di incontro e di individuazione - credo per tutti moi che la abitiamo con i nostri fardelli, speranze, dispiaceri e momenti di allegria e gioia. Finché ci verrò la difenderò dai ladri e dai truffatori, da tutti quelli che la insudiciano per il gusto cattivo di insudiciarla. E lo farò con molta attenzione, perché finché ci verró sarà anche la mia casa delle parole
E le parole sono tutto quello che di più umano abbiamo, sono i mattoni di questa nostra cattedrale. Finché lo vogliamo.

 Lorena Turri - 24/06/2015 00:24:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Il giorno che bussai alla porta di questa casa e mi fu aperta, pensai di essere capitata nel posto giusto.Era più piccola allora, poi si è via via ingrandita ed io l’ho vista crescere e forse, chissà, ho anche contribuito, nel mio piccolo, alla sua crescita. Era il posto giusto e lo è ancora, tant’è che non sono andata in cerca di altre case, perché qui ho trovato la buona accoglienza, uno spazio tutto per me, il rispetto delle mie idee e persino la tolleranza a qualche mia balordaggine. All’interno di questa casa ho potuto arredare le mie stanze con i miei pensieri e le mie parole. Ho imparato molto dai proprietari e dagli altri ospiti, sono cresciuta e maturata. Sono passati sette anni dal mio ingresso e vorrei rimanerci per tanti anni ancora. Una casa è bella quando è un luogo di pace.

 Roberto Maggiani - 23/06/2015 12:56:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie Maria, mi pare che in questa metafora (o analogia che sia...) riassumi bene quelli che sono gli intenti, oltreché i gesti e le azioni che avvengono qui sul sito e come ci si dovrebbe invece comportare (si tratta di educazione basilare). Se noi pensassimo questo luogo come una casa, è certo che non penseremmo di entraci e di strillare tutto il giorno a tutti vomitando a destra e a sinistra facendo addirittura da padroni... a un certo punto i "proprietari", che l’hanno resa disponibile per tutti, arrivati al colmo, non solo per sé stessi ma anche per chi ci abita in modo giusto, ti sbattono proprio fuori senza il benché minimo tentennamento... soprattutto vista la recidività.

 Loredana Savelli - 23/06/2015 11:00:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Abito in questa casa da oltre sette anni. I "padroni" mi hanno accolto, dato uno spazio, che ho usato con disinvoltura. Ho conosciuto ospiti come me, alcuni sono andati via, certi sbattendo la porta. La casa è sempre aperta, c’è un notevole via vai, e correnti.
E’ ancora casa mia, non ne ho mai cercate altre, forse sono meno presente perché il mondo esterno mi chiama, ma qui sono le mie origini, da qui è partito il mio interesse per la poesia, qui, ancora volentieri, torno. Mi piace che chiunque possa starci comodamente, imparando ma non sentendosi giudicato. Non è una scuola. O meglio è una scuola diversa, bassa, esperienziale, diffusa. Mi piace che ciascuno sia se stesso, che non si recitino parti, che l’unica regola sia dire la verità, su se stessi, ma non come in un confessionale! La verità della propria visione poetica, l’aderenza alla realtà della vita, la condivisione del proprio esserci, in onestà. Condivido pienamente gli intenti della "casa comune". Credo che davvero siano questi che ho individuato, riconoscendoli in chi la gestisce. La casa è la riduzione in scala del nostro essere nel mondo. E che sia un mondo plurale.

 Giuliano Brenna - 23/06/2015 10:29:00 [ leggi altri commenti di Giuliano Brenna » ]

Brava e preziosissima Musik! l’angelo di questo focolare. E sottolineo che una cosa che davvero non tollero è chi sputa nel piatto dove mangia e insulta chi gli fa trovare la tavola apparecchiata e il cibo preparato.

 Nando - 23/06/2015 07:43:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

La "nostra" casa è bella, Maria!
Ti leggo solo ora, hai perfettamente ragione: dono e non servitù.
Per ciò che di sbagliato ho fatto, se in senso di colpa o di colpa buonista, ti chiedo scusa.

 Luciana Riommi - 23/06/2015 00:57:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi » ]

Maria cara, come non essere solidali con questo tuo appello accorato al rispetto e alla buona educazione? Ciò che chiedi è veramente il minimo che si dovrebbe nei confronti di chi ci ospita nella sua casa e non dovrebbe neanche esserci bisogno di ricordarlo, tanto meno in una casa che ha la “cultura” al centro dei suoi interessi e la “gratuità” nel suo modello programmatico. Dispiace dover prendere atto che invece non sempre i comportamenti si attengono a quelle regole di base che, lungi dal limitare la libertà, ne sono la necessaria condizione. Comprendo bene la tua amarezza e condivido il tuo invito a non lasciarsi sedurre dal “tentativo di conciliare l’inconciliabile”, in nome di una tolleranza che non tiene conto della realtà.