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Commenti al testo di Antonio Spagnuolo
Gemme

Sei nella sezione Commenti
 

 Arcangelo Galante - 20/06/2020 14:22:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Accurate parole che parlano di emozioni, sentimenti, stati d’animo e di ogni intenso percepire la realtà di chi ha masticato il vuoto, provocato dall’abbandono di pensieri consolatori, sostituiti da altri, poco sereni.
Talvolta, a causa di circostanze maggiori, l’essere umano è costretto ad incontrare la solitudine dell’io, la quale diviene una vera “malattia”, che solo l’anima può eliminare, temporaneamente, accettandone la sua naturale esistenza, poiché fa parte della nostra vita.
Però, quello che più mi ha colpito leggendo queste emozionanti considerazioni, è la capacità di averla resa indimenticabile, grazie a una narrazione coinvolgente.
D’effetto resta il finale, molto significativo!

 Gianfranco Isetta - 08/02/2014 14:25:00 [ leggi altri commenti di Gianfranco Isetta » ]

Versi sempre di grande lirismo Bellissima!

 Leopoldo Attolico - 05/02/2014 21:45:00 [ leggi altri commenti di Leopoldo Attolico » ]

Mi associo con tanto piacere a questo nutrito parterre di consensi e di ammirazione per una poesia di solitudine ma anche - e soprattutto - di "abbagli" che sottolineano la tenerissima inesausta voglia di viverne e scriverne i tesori irrinunciabili .

 mauropierno - 05/02/2014 20:41:00 [ leggi altri commenti di mauropierno » ]

Sono le stesse parole che
inequivocabilmente si recita,
pedantemente, ogni giorno, la nostra
litania poetica dell’esistente.
Non di SPAGNUOLO però, altra "gemma" alta "solitudine"
solo poesia e parole
disvelate.

 Franca Alaimo - 02/01/2014 19:17:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Il testo, costruito attorno alle parole "solitudine" ed "addio", attraversa con il ritmo lento della memoria visiva ed uditiva paesaggi,immagini e parole di un quotidiano che apparve, forse, banale, e che adesso, invece, si fa accoramento e nostalgia. Il linguaggio di Spagnuolo, come sempre, è di potente e sapiente bellezza: l’intellettualità e la cultura controllano la liricità, che esplode in più di un bagliore.

 Giovanni Baldaccini - 30/12/2013 18:45:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

Un testo di grande intensità e bellezza che mi colpisce non solo per quello che dice ma per ciò a cui rimanda e che, se riguarda la sfera personale dell’autore, da essa esce e penetra, con forza e delicatezza allo stesso tempo, anche nella mia.
Un saluto.

 Antonio Spagnuolo - 30/12/2013 08:57:00 [ leggi altri commenti di Antonio Spagnuolo » ]

Carissimo Maggiani , ti ringrazio per le affettuose e impegnative parole che rivolgi alla mia opera poetica , alla mia ricerca , alla mia persona, al mio modo di essere umile e lontano da beghe o conventicole. Grazie ! Purtroppo fra i commenti che circolano numerosi e interessanti ne La Recherche ve ne è qualcuno che appartiene proprio a individui sprovveduti , incapaci di comprendere le ironie e le stoccate, imbevuti come sono della loro "presunzione" e della loro poco valida cultura classica. Mi si conferma quindi che è meglio tacere anziché stimolare ad un dialogo costruttivo ed impegnativo.Approfitto per segnalarti che il mio ultimo volume di poesie "Il senso della possibilità" ha vinto il Primo Premio assoluto al "Concorso Città di Sant’Anastasia 2013". Mille e mille auguri per il Nuovo Anno e a presto.

 Fausto Torre - 30/12/2013 00:23:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

oh, finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire qualcosa di vero sulle mie composizioni.
Per il barocco è ancora vero: ho una fissa per Bach.
Grazie Antonio.

  Cristina Bizzarri - 30/12/2013 00:18:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

L’impressione è quella di guardare da un cannocchiale, ma dalla parte che allontana e rimpicciolisce. E tutto, o quasi, è illusorio e poco percepibile, viene ripercorso come al rallentatore. Il percorso è infatti all’indietro, come un offuscamento della vista dove le gemme mi sembrano essere la cristallizzazione affettiva, bella di una bellezza fredda, di quelle "identiche parole giornaliere", le cui "vertigini eguali" contengono e comunicano un senso di instabilità, di trompe l’œil quasi insopportabile alla visione. Oserei dire di orrore. Un testo impegnativo e movimentato e, a mio avviso, in alcuni punti impervio, che richiede un lettore preparato ad affrontare molti ostacoli lungo il cammino.

 Antonio Spagnuolo - 29/12/2013 23:57:00 [ leggi altri commenti di Antonio Spagnuolo » ]

Interessante e stucchevole leggere fra gli altri "commenti" che il signor Fausto Torre lascia anche ad altre poesie. Egli "non si convince" nel leggere...Bene ! Allora ho letto qualche suo componimento inserito ne La Recherche per godere della sua illuminata capacità di realizzare ritmi e musicalità, metafore e rintocchi, nella stesura barocca delle sue elucubrazioni. Purtroppo è difficile accettare la "solitudine" dopo l’improvvisa perdita della persona amata, della compagna di tutta una vita, e non è da tutti riconoscere "i silenzi degli spazi" , le illusioni dei ricordi , il rincorrere il profilo evanescente. Un augurio che possa accarezzare sempre più "il sublime" della poesia, riuscendo a comprendere ciò che la poesia stessa sussurra.

 Guglielmo Peralta - 29/12/2013 23:50:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

La solitudine, qui, non è un momento passeggero nè soltanto una condizione esistenziale, ma è, soprattutto, un pensiero ri-corrente che non dà spazio a "tenerezze" e ad altri sentimenti lasciando filtrare la luce dei ricordi, perché solo questi possono, in qualche modo, riempirne il vuoto. Di fronte a tanta solitudine i vacui e ripetitivi discorsi sempre evitati in passato dal poeta sembrano ora assumere "il colore delle gemme".

(Una bella poesia, cui ho dato una possibile interpretazione. Un caro saluto e un benvenuto!)

 Loredana Savelli - 29/12/2013 23:26:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Parole giornaliere che hanno il colore delle gemme tornano sulla riva del presente, mentre le parole gettate in lontananze, forse nel tentativo di fermare ricordi, si rivelano abbagli.
Colgo in questa poesia, i cui piani temporali e di senso sono intrecciati, un vago senso di nostalgia, di qualcosa che si è perso irrimediabilmente. Ma come è fulgido il colore delle gemme, così le parole che riabbracciano il passato rimangono scolpite come iscrizioni sacre.
Un saluto di benvenuto.

 Fausto Torre - 29/12/2013 22:18:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

vedemmo, demmo e gemme, e quel candore che incastra le architravi
non mi convincono. Anche contro ogni spazio.

 Domenico Morana - 29/12/2013 22:03:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Mi associo al benvenuto che Roberto dà ad Antonio Spagnuolo (che non conosco, ahimé... ma è proprio “quell’Antonio” evocato anni fa in un misterico commento lasciato sul sito dal grande Pietro Menditto?).
Mi associo, ma balbetto la mia inquietudine: chi mai saranno i “Cembali altisonanti” della poesia italiana, rispetto ai quali da anni un poeta esemplare porta avanti un suo prezioso lavoro aperto e appassionato di barbiere da paradosso russelliano?
C’è un complotto di poeti lobbisti e non m’e ne sono accorto? O forse Roberto intendeva alludere in senso più lato a sistemi gravitazionali, microgalassiette in concorso permanente indetto per la migliore supernova tra gli operatori culturali dell’editoria stampante o in virtuale epifania?
In ogni caso Roberto fa benissimo ad accogliere Antonio con calore sulla Recherche.it. E io ad associarmi. Anche se volgo uno sguardo timoroso dietro le mie spalle: che ci sia in agguato qualche putto barbuto armato di cembalo che voglia cacciarmi via da questo paradiso? Messe da parte le mie babbionerie trovo splendida la poesia di Antonio: un inerme musicalissimo congegno per inermi strategie al ritorno, all’unico addio.

Fraternamente (con slancio cadetto)

d.

 Roberto Maggiani - 29/12/2013 20:41:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Mi fa molto piacere leggere qui Antonio Spagnuolo, al quale dò il benvenuto su LaRecherche.it. Un poeta che seguo da anni con piacere, egli, da sempre, porta avanti il suo prezioso lavoro poetico, con passione e grande apertura, in barba ai "Cembali altisonanti" della poesia italiana.