Eugenio Nastasi
- 20/04/2016 11:29:00
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Che dire di questo versificare in punta di parola per non recare danno alla leggerezza della comprensione, parola come soffio plurimo di etimo sfogliato dal cuore e dalla mente in ununica emissione, sacrificio e catarsi misurati a picco con la laltra Parola, con il suo inizio, col suo farsi nomen e vita, nello stesso momento in cui lo si pronuncia; qualcosa che sa di sacro per la sua ineguagliabile disposizione creaturale. Che ti sia sempre accanto questa filigrana che intessi, cara Amina...
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Gil
- 19/04/2016 20:42:00
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Occorre sostare, aprire la tenda del cuore e fare campo: meditare poi nella notte, al chiarore dei tuoi versi, affinché gli occhi, vittoriosi sulla cecità delle ombre, penetrino "l’imene intatto, sulla larghezza del cuore", una penetrazione verginale che lascia i corpi indenni dellamore che oltrepassa i confini dellumano, raggiungendo i lembi del Divino. Così Tu ti riveli ancora una volta Donna e Madre, restituendo alla maternità lutero fertile e fecondato dallAmore senza fine e senza necessità di carni, alla donna lintimità del proprio Nome. Si rimane nello stupore di Adamo, ritrovandolo nei passi che riconducono al Giardino.
SempreMiaInsuperabilePoetessa
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