Arcangelo Galante
- 17/10/2017 09:00:00
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Prima di recensire la pubblicazione, avendo fatto studi classici, amichevolmente mi accingo a fare un breve ripasso, al fine di verificare che le reminiscenze scolastiche siano ancora fresche. Atossa era la figlia di Ciro il Grande e sorellastra di Cambise II di Persia. Cambise insistette per sposarla, nonostante non ci fossero simili casi precedenti in Persia. Per evitare di offendere il re, i consiglieri di Cambise lo informarono immediatamente che le leggi gli permettevano di fare quello che voleva. Atossa sposò poi Smerdis, successore di Cambise II ed in seguito, sposò Dario I , quando questi succedette a Smerdis. Serse, futuro Re di Persia, fu uno dei loro figli e, secondo quanto è stato tramandato, sua madre Atossa, morì prima che lui (Serse) salisse al potere, nonostante Erodoto credesse che fosse ancora viva durante il suo regno. Eschilo addirittura la incluse come un personaggio centrale nella sua tragedia avente titolo “I Persiani”. Molto poco si sa riguardo alla vera Atossa, sebbene vi siano delle congetture affermanti che venisse dalla famiglia Zoroastra poiché è una figura magica in quella religione. Inoltre, i dati storici, affermano che ella, morì di cancro al seno. Detto ciò, ho trovato il “racconto” senzaltro gradevole! Non è mai facile, cercare di descrivere le ragioni di un differente sentire dellanima di ciascun individuo, come per la protagonista Atossa, regina persiana, che, in seguito alla notizia del figlio Serse ancora vivo, comprende che vana non è stata, l’angoscia sopportata. A modesto parere, in questo caso, il tutto è stato fatto bene. La lettura è scorrevole, con uno spiccato gusto fantasioso, meditativo,nonchè storico, che non appesantisce il contenuto, ma, anzi, conferisce valore allopera. Infine, loriginalità delle doti umane e sentimentali della madre, sono state evidenziate chiaramente, per sottolineare la sua capacità di essere in grado di incontrare il volere del “destino”, nonostante i due diversi livelli, nel percepire ed elaborare la realtà circostante. Molto suggestiva è la conclusione, con un finale che incorona la vicenda narrata. Inchini ed applausi meritati, a Grazia Procino!
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