Klara Rubino
- 13/04/2018 20:20:00
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Caro Salvatore e cara Franca era un quiz, per me un gioco! Non sapevo neanchio cosa ne sarebbe uscito, ma confido nelle opere darte , cioè che abbiano da dire qualcosa di interessante anche se le rivolgi al contrario! E un po quello che fa un bimbo che per capire come funziona il gioco nuovo , magari parlante e se movente, lo apre, anzi lo spacca!!! ( il soggetto "voi" è solo per fare un dispetto al contrario allo "io" di Dante) Ne è nato un discorso interessante, secondo me, un po contorto a dire vero, ma insomma vi si dice che la morte non esiste, per questo non ricorderemmo di averla già vissuta, ci sarebbe parsa non certo quello che da vivi si dice sia la morte, allo stesso modo linferno! (male fiamme e peccatori) Mi è già capitato di credere che se certi argomenti ce li avessero narrati alla rovescia, soprattutto in tema religioso, forse per luomo sarebbe stato preferibile, forse la verità non sarebbe troppo lontana.
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Franca Colozzo
- 13/04/2018 18:52:00
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Questo percorso a ritroso, un negativo del testo originario, ricalcando i versi del Canto I della Divina Commedia e ritrasformandoli, fa pensare ad una tempesta interiore o ad una esacerbazione tale da mettere ermeticamente alla berlina alcuni fatti o accadimenti attuali. Mi sembra quasi un voler ricacciare i dannati dallInferno su questa Terra, che sicuramente non è da meno! Sibillina questa tua poesia, forse da me non interpretata nel verso giusto, appunto contromano. Buona serata su questo piccolo infernale pianeta che ci ospita.
Divina Commedia, Dante Alighieri (1265–1321) Canto I Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte. Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai...
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