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Commenti al testo di Roberto Maggiani
Ossigeno

Sei nella sezione Commenti
 

 Maria Grazia Cabras - 01/08/2010 18:38:00 [ leggi altri commenti di Maria Grazia Cabras » ]

Grembo nel grembo/respiro nel respiro: siamo il divenire di un piccolo/immenso infinito. Poi la nascita la morte; ognuno si ritrova solo nella propria “finitezza”, diviene grembo di se stesso e, dolorosamente, si accoglie.

Grazie, Roberto caro, dei tuoi versi così pregnanti sofferti.

 Guglielmo Peralta - 30/07/2010 19:09:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

La vita prenatale è meglio di quella che ha bisogno "di ossigeno respirato" e alla quale mancano la luce, il suono e il silenzio percepiti nel grembo materno. Fuori dal grembo è ex-sistere, è esser-ci, in senso heideggeriano; quindi, è sopravvivere, è vita da conquistare, da confermare ogni giorno e alla quale rassegnarsi. Tuttavia, l’ex-sistenza comporta la ricerca del "suolo", di un terreno che ci sia familiare e in cui abitare, in cui ritrovarci, affidando al pensiero e alla parola il compito fondamentale di orientarci nel viaggio esistenziale, in questo nostro navigare "senza bussola", tra le microestasi che la memoria ci concede, verso il luogo dell’origine. E l’origine è il grembo ed è la "fessura" in cui tornare a stare dentro, ad essere, nell’assenza assoluta del tempo.

 wolf - 30/07/2010 14:27:00 [ leggi altri commenti di wolf » ]

Caro Roberto,
la tua poesia, al di la dei significati che posso riconoscere o travisare, è molto bella e solleva nella mia testa un sacco di questioni sul fare di noi esseri umani che a volte rischia di trasformarsi in uno strafare...E quella fessura di cui parli all’ultimo, è una via d’uscita o una trappola?

 maria pia moschini - 28/07/2010 11:30:00 [ leggi altri commenti di maria pia moschini » ]

caro roberto, la tua poesia è strettamente collegata al tuo universo scrittorio, denso di percezioni e di emozioni...leggendo le tue parole il tempo accelera il suo corso e, come in un film, la vita scorre fluttuando nel mare delle immagini rievocate. in questo eterno presente ognuno è solo perchè l’essenza dell’esistere è unica, come una stella. ci ritroviamo tutti a guardare in alto, in attesa diuna cometa che ci guidi verso la luce e tu con le parole riesci a creare questa comunione d’intenti. grazie e un caro saluto

 Anna Maria vanalesti - 27/07/2010 09:58:00 [ leggi altri commenti di Anna Maria vanalesti » ]

Seguiamole queste navigazioni senza bussola di Roberto e approderemo ad una maggiore conoscenza di noi stessi, troveremo quel pensiero che ci possa guidare, quella fessura in cui rifugiarci dal timore della morte e dagli agguati del dolore. E’ la poesia il nostro vascello e chi si imbarca, compie un viaggio inimitabile senza venti, nè tempeste.

 leopoldo attolico - 25/07/2010 17:44:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

Antiretorica e ben articolata ( il monitoraggio è quanto mai pervasivo ), la riflessione dispiega la sua "verità" sottovoce , con bella proprietà formale e felicità di introspezione.

 Roberto Maggiani - 24/07/2010 12:56:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Caro Ferri,
ti ringrazio per la lettura e la bella analisi del testo, non devi scusarti per una osservazione che mi pare invece molto interessante e anzi potresti spiegarmi meglio che cosa intendi per meta-carnale e quando dici "PAROLA POETICA COME CARNE DELLA CARNE"? Hai toccato, penso, un discorso che a livello personale sto meditando da tempo, ma più in particolare in questi ultimi mesi, quello della parola poetica appunto, lo strumento per portare all’evidenza la propria personale ricerca, il pensiero e la visione del mondo. Qual è la parola poetica più adatta? Naturalmente la scelta è perdonale ma, come in ogni ricerca, è necessario mettere a punto gli strumenti più adatti per l’efficacia dei risultati... la mia mente ha chiaramente una deformazione scientifica. Grazie.

 Gio Ferri - 24/07/2010 12:03:00 [ leggi altri commenti di Gio Ferri » ]

Caro Maggiani,
grazie di "Ossigeno", un testo di limpida verità. Coinvolgente ed emozionante. Da leggere e rileggere nel silenzio di una vita - per una volta almeno - senza frastornanti orpelli. La ricerca, il rimpianto, il ritrovamento di sé nel mare prolifico della MADRE. E’ la riscoperta - indicibile - dell’ESSERE. Dell’ESSERE come PAROLA. Della PAROLA come perpetuo inizio: mentale, biologico, e direi anche cosmologico. INIZIO come PRINCIPIO di tutte le cose, vita e morte, che è pur vita.
Un testo notevole.
Mi permetti comunque una personalissima osservazione (che assolutamente non vuol essere un giudizio - troppo veri sono i tuoi versi)? Il ritrovarsi addirittura negli spazi prenatali forse richiederebbe una FORMA DI PAROLA più ’meta-fisica’. Non in senso filosofico o mistico, ma propriamente in senso ’meta-carnale’. Si può dire ’meta-carnale’?!!
Voglio significare: la PAROLA POETICA COME CARNE DELLA CARNE.
Scusami! Infine, banalmente, non faccio che esporre qui un mio poverissimo vizio linguistico-poetico.
Grazie ancora del tuo messaggio. Con stima e simpatia
Gio Ferri

 Mariella Bettarini - 22/07/2010 16:51:00 [ leggi altri commenti di Mariella Bettarini » ]

Carissimo Roberto, grazie per questo vivo omaggio alla madre, per questi tuoi versi teneri e insieme lucidamente disillusi, preparati al dolore e, ahinoi, alla morte...
Questi "temi" mi toccano da vicino, tanto più negli ultimi tempi. Dunque, uno speciale "grazie", e un saluto e un abbraccio dall’amica Mariella

 Oronzo Liuzzi - 22/07/2010 16:10:00 [ leggi altri commenti di Oronzo Liuzzi » ]

Ottima p o e s i a. Un caro saluto

 gabriella gianfelici - 21/07/2010 18:24:00 [ leggi altri commenti di gabriella gianfelici » ]

caro Roberto,
la tua franchezza e la tua lucidità sono disarmanti. Cercare l’approdo, il ritornare al vecchio porto da dove siamo partiti, in fondo è questa la nostra penosa ricerca esistenziale. Poi, per fortuna, tutto si plasma o quasi ai nostri desideri altri e le strade prendono strade anche diverse. Un linguaggio diretto, gli ultimi versi sono da soli una poesia.
Un caro saluto
Gabriella

 Antonio Spagnuolo - 21/07/2010 16:59:00 [ leggi altri commenti di Antonio Spagnuolo » ]

Un tuffo nella impossibile frantumazione del tempo che ci lancia verso l’ossigeno, ed ahimè anche verso lo smog, lasciando invariato quel bruciante desiderio di ritorno al seno materno...Ritorno che non potrà mai avvenire, ma che turba con la sua insistenza. Poesia alquanto "dotta" e ben "condotta" nelle pieghe del sub-conscio. Bene ! Leggiamo sempre con attenzione !
Antonio Spagnuolo

 Liliana Ugolini - 21/07/2010 14:52:00 [ leggi altri commenti di Liliana Ugolini » ]

Liliana Ugolini - Caro Roberto Maggiani, l’assillo a cercare " quell’ossigeno" del bene , la ricerca della sostanza del migliorarsi sono la nostalgia di cui è impregnato il tuo testo. Le difficoltà avvertite tendono all’oltre unica congiunzione.La tensione si fa alta pur nella presa di coscienza e nella voglia del dire.

 Leila Baiardo - 21/07/2010 10:34:00 [ leggi altri commenti di Leila Baiardo » ]

E’ una bella poesia, Roberto. Ma via, cotesto pessimismo!...

 Eugenio Nastasi - 21/07/2010 09:41:00 [ leggi altri commenti di Eugenio Nastasi » ]

C’è una lirica, una sola, nel romanzo di Alberto Bevilacqua "L’occhio del gatto" dove si ritrovano elementi contigui a questa composizione di Maggiani; i versi finali, se non ricordo male, suonano così: "...cerco un ventre tenero e umiliato/per morirci teneramente/ come ci sono nato". Maggiani intinge la sua penna in un impasse tra il tempo misterioso e silente (ma quanto?)del prima della nascita con quello, ben più complesso ( "spasimi", "rassegnati nel movimento" ecc.) del dopo, avendo sempre come riferimento l’imprinting "fissato" nella materia cerebrale.
Nella sua ellittica designazione di eventi postillati come riflusso e, insieme, come confidenza delle qualità naturali e umane, "Ossigeno" respira un’aria di illusione-speranza che al di là della purissima geografia poetica, perpetua gli affetti della vita, per tornare, vinta la scissione della morte, nella terzina di chiusura,verso il porto dell’origine, più amato che mai.

 Francesco De Napoli - 21/07/2010 09:19:00 [ leggi altri commenti di Francesco De Napoli » ]

Testo dotato di significativa rilevanza poetica, che fonde magistralmente abissali riflessioni esistenziali e nitida delicatezza di toni, facendo ricorso ad un’accorta e singolarissima pregnanza stilistico-espressiva.

 Loredana Savelli - 21/07/2010 08:33:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Bellissimi gli ultimi versi. Ciao

 Franca Alaimo - 20/07/2010 21:50:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

L’esperienza del nascere come perdita sembra essere per Roberto quella su cui si si fonda tutto il nostro disperato cercare di un "territorio" altrettanto buono e confortevole, meno straniero di quello che in fondo ci appare la vita con il suo groviglio di dolore.
Quelle fessure che s’aprono tra la morte ed il dolore, più che sospensioni, così come ipotizzava Leopardi che ad esse dava il nome di felicità, sembrano piuttosto alludere ai possibili transiti verso l’ altro mondo, che sono aperti dalla poesia.
Il testo è giocato su un campo semantico che richiama costantemente l’atto del nascere: il chiuso del grembo materno, il nascimento alla luce, il distacco, il pianto ( anche se quest’ultimo è taciuto, sembra di sentrilo lo stesso). Ma con la poesia il processo è contrario: siamo noi che ci ingravidiamo di parole per partorirle ed allo stesso tempo, grazie ad essa, possiamo scendere nel nucleo più profondo di noi stessi, nella stanza del nostro io, e manifestarlo/ci, ritrovandoci così partoriti e partorienti.

 luca santilli - 20/07/2010 21:22:00 [ leggi altri commenti di luca santilli » ]

ossigeno respirato è l’aria che ci tiene tutti uniti nell’unico cammino possibile della vita, il ritorno al nostro primo amore, da colei che ci ha protetto dall’inverno ..